Firenze, 18 marzo 2016 – “Ho piantato gli alberi davanti a casa mia. Io questa città non la voglio vedere più”.
E’ amareggiata Giada Guscelli, titolare insieme al fratello Stefano del laboratorio di argenti Brandimarte. Tra le lacrime racconta che un mese fa l’azienda, fondata dal padre, ha chiuso. “Ci siamo arresi. Ci stavamo riempiendo di debiti. Spero di sbagliarmi, ma l’artigianato artistico a Firenze è finito. Nessuno ha alzato un dito per sostenere la nostra impresa e quella dei nostri colleghi artigiani, i tanti che hanno già chiuso e quelli che chiuderanno a breve”.
“Non so cosa dovrebbe fare il Comune, ma so che hanno rovinato questa città”, prosegue. “Firenze non è più il gioiellino per i turisti. La nostra città è fatta di grandi marchi di abbigliamento e pizza a taglio. Non si distingue più dalle altre, non è più attrattiva per gli stranieri, che una volta potevano trovare gli oggetti unici di artigianato artistico, ora non più”.
Un j’accuse che fa male e ancora di più a chi è fiorentino, ed è cresciuto con le argenterie di Brandimarte.
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