La commissione Ambiente della Camera ha approvato, col parere favorevole di relatore e governo, l’emendamento del Pd alla proposta di legge che, a cinque anni dal referendum sull’acqua pubblica, recepiva l’esito di quella consultazione: la proposta di modifica dem prevede la soppressione dell’articolo 6 del testo che definiva il servizio idrico integrato quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e ne disponeva l’affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico. La norma vietava l’acquisizione di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato.
M5S e Sinistra italiana hanno lasciato i lavori della commissione per protesta e ritirato le proprie firme dalla proposta di legge: “Hanno fatto carta straccia di un testo che era arrivato in Parlamento con 400mila firme nel 2007 e carta straccia del risultato referendario del 2011”, ha denunciato la deputata pentastellata Federica Daga protestando davanti a Montecitorio con altri componenti della Commissione e con i comitati per l’acqua pubblica. “Usciamo dalla commissione dopo la votazione della soppressione dell’articolo 6, il cuore della legge, e dopo che sono state abrogate altre parti fondamentali del testo. Se la votassero da soli, ritiriamo le firme”.
Il capogruppo di Sinistra Italiana in Commissione, Filiberto Zaratti, ha ricordato che “il programma Italia bene comune con cui Sel e Pd si sono candidati alleati nel 2013 prevedeva che non si si sarebbe tornati alla privatizzazione. Quanto accaduto in commissione è una vergogna: si torna indietro rispetto alla volontà di 26 milioni di italiani e agli impegni precisi presi davanti agli elettori. Facciamo un appello a tutti i deputati eletti con quel programma affinché tornino indietro e non votino il testo in aula”.”Questa legge – ha concluso Serena Pellegrino di Sinistra Italiana – non sarà più la nostra legge: l’avevano firmata 200 e più parlamentari. Da domani sarà solo del Pd”. (askanews)