EX, RICICLATI E IMPRESENTABILI

 

Il nostro scenario politico, come è noto, è caratterizzato, da un lato, dalla massiccia invasione mediatica e giudiziaria di scandali anche di vasta proporzione e, dall’altro, dalla fisiologica e consueta dinamica di cambiamento e rinnovamento delle formazioni politiche.
Di qui, la sempre più crescente attenzione al tema degli ex, dei riciclati e degli impresentabili che transitano tra le varie compagini politiche, specialmente tra quelle di nuova creazione.
Per queste ultime, si tratta di un argomento clou, dovendo esse – giustamente – impedire fenomeni di trasformismo e salto sul treno in corsa dettati da motivi di opportunità politica e mero interesse carrieristico personale.
Poiché, quasi sempre, tali termini, nella prassi e nei media, sono usati in modo superficiale ed improprio, ed essendo l’abusato termine “riciclato” in sé generico ed ambiguo – poiché tutti siamo necessariamente “ex” di qualcosa – va fatto un definitivo chiarimento proprio sulla distinzione tra semplice “ex” e “riciclato”.

Urge anche un chiarimento su chi può considerarsi, o meno, “impresentabile”.
Per i condannati o indagati “impresentabili” e per i “riciclati” l’effetto finale è (anzi: dovrebbe essere) ovvio ed identico: l’assoluta inopportunità della loro presenza nelle compagini politiche e, soprattutto, nelle liste elettorali.
Si deve, tuttavia, tristemente prendere atto che ciò, nella concreta prassi politica italiana, avviene raramente.

politici-impresentabili

Vediamo prima la categoria degli “impresentabili”, successivamente quella dei “riciclati” perché l’ultima categoria, quella degli “ex”, si ricava per esclusione dalle prime due.

1) GLI “IMPRESENTABILI”.
a) Condannati.
Si tratta di soggetti condannati con sentenza definitiva. Per “condanna” si intende principalmente la condanna “penale”.
Pur essendoci divieti elettivi e di incarichi (nella P.A.) disposti dalle leggi più recenti per i condannati (in alcuni casi già con sentenza di primo grado) il rischio della loro presenza deriva dal fatto che essi possono comunque rientrate in altri ruoli politici.
A seconda della gravità dei fatti (da valutarsi caso per caso) può comunque essere rilevante anche una sentenza civile o amministrativa.
E’ chiaro che anche le sentenze possono errare ma per motivi di certezza e di rispetto delle leggi, le sentenze definitive vanno rispettate. Solo in rarissimi ed estremi casi di errore palese o di manifesta ingiustizia, è possibile valutare di accettare soggetti condannati o sposarne o supportarne la vicenda e la causa personale, specialmente se di grande rilievo pubblico.

b) Indagati.
Anche essere finiti in indagini terminate con l’archiviazione il proscioglimento o assoluzione personale può non bastare a diventare presentabile.
Il processo penale ha le sue regole basate sulla quantità di prove raccolte e quindi essere processualmente assolto non significa essere moralmente assolto o del tutto estraneo ai fatti.
Ma soprattutto, in alcuni casi, il coinvolgimento nella vicenda giudiziaria può implicare vicinanza e relazioni con ambienti criminali, legami sconvenienti o comportamenti comunque inopportuni.
La situazione va, quindi, valutata caso per caso.
Massima attenzione e cautela va usata nei casi di processi in cui non si è potuto procedere per intervenuta prescrizione, poiché in essi non è stato affrontato il merito dei fatti.

2) I “RICICLATI” .
a) Ideologicamente incompatibili.
Sono coloro che hanno militato (più o meno a lungo) in partiti radicalmente incompatibili con il partito al quale vogliono successivamente aderire.
Oppure si sono resi autori di prese di posizione o azioni, anch’esse in insanabile contrasto con le idee del partito successivo.
É ovviamente ammissibile il cambio di idea o il ravvedimento ma superati certi limiti sorge il dubbio che il fatto non sia spontaneo bensì opportunistico.
Più che il partito di provenienza in sé (che comunque ha la sua ovvia importanza, non potendosi tollerare passaggi a schieramenti contrapposti) va guardato il pregresso comportamento concreto del soggetto.
b) Trasformisti.
Sono i protagonisti di eccessivi e continui cambi di sigla politica.
Il cambio di sigla è fisiologico, anche perché nel tempo le idee nonché i partiti stessi possono mutare ma, se ripetuto nel tempo, il passaggio diventa patologico nel senso che esso é immancabilmente espressione o di fallimento o di opportunismo.

c) Soggetti con frequentazioni (passate o attuali) inopportune.
Sono coloro che, pur non essendo mai stati indagati /condannati, hanno avuto accertate o note frequentazioni, legami, collaborazioni (politiche e professionali) con ambienti o personaggi comunque connessi a vicende illecite.

d) Raccomandati e incompetenti.
Sono soggetti tipicamente privi di professionalità propria, privi di peso culturale, e spesso privi anche di peso politico poiché tradizionalmente eletti in liste senza preferenze. Si tratta di soggetti le cui pregresse esperienze politiche sono, nella quasi totalità dei casi, dovute esclusivamente a rapporti di parentela, clientelari o a relazioni economiche o di altra natura con i vertici delle formazioni politiche in cui militavano.

3) GLI “EX”:
Chi non rientra nei casi predetti può tranquillamente e serenamente definirsi un semplice “ex” e non avere nessuna preclusione o ostacolo morale in caso di cambio di schieramento.

STEFANO FONDI

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