“Abbiamo finalmente un luogo dove imporre la Sharia. Grazie a Dio, ai nostri fratelli coraggiosi ed ai milioni di musulmani in Russia. E’ venuto il momento di espanderci, uccideremo con una bomba Vladimir Putin”.
Abu Yasser, leader della cellula Isis che opera nel sud della Russia, ha invitato i fratelli musulmani ad uccidere i non credenti, promettendo al mondo di colpire anche il presidente della Russia.
In un video diramato poche ore fa, Abu Yasser, che si presenta davanti la telecamera come deputato della Provincia del Caucaso dello Stato islamico, proclamata lo scorso giugno nel sud-ovest della Russia, invita i convertiti ad attaccare gli apostati con “corde e coltelli”.
“Se non potete raggiungerci iniziate a combattere gli apostati, dimostrate la vostra fedeltà al califfato tagliando la gola agli infedeli”.
Poi la minaccia a Putin. “Utilizzeremo la potenza esplosiva delle nostre bombe contro l’apostata Putin. Ammazzeremo lui ed i suoi fedeli cani”.
Al di là della la solita retorica dei terroristi che manifesta i medesimi tratti cambiando soltanto soggetto e destinatario, la minaccia non andrebbe sottovalutata. Sappiamo che i ceceni sono probabilmente i migliori combattenti stranieri in Siria ed Iraq tra le fila del califfato per la loro esperienza in battaglia maturata proprio contro i russi. La provincia del Caucaso del Califfato è guidata da Rustam Asildarov, proclamatosi emiro con il nome di Abu Muhammad Kadarsky, precedentemente arruolato dal gruppo jihadista Vilayat Daghestan, sorto durante la seconda guerra cecena ed adesso inglobato nello Stato islamico.
Le rivendicazioni dell’emirato del Caucaso comprendono il Daghestan, la Georgia, la Cecenia, ed alcune province nel sud della Russia che si estendono fino a Sochi, dove si sono svolte le Olimpiadi invernali del 2014. Il Cremlino non ha commentato il video. IL GIORNALE
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