Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ordinato che per l’8 marzo (oggi) le bandiere di Montecitorio siano messe a mezz’ asta. Perché? Per via del femminicidio. Confessione: non capiamo, ma la colpa è anche nostra, nostra di noi maschilisti, abituati come siamo ad associare la parola “festa” a una celebrazione anche positiva, qualcosa che, nel caso delle donne, le accosti alle conquiste sociali e politiche ed economiche che l’ Occidente ha ottenuto con loro.
È colpa di noi ignoranti, convinti che questa “festa” derivi dal «Woman’ s Day» statunitense che dal 1908 dilagò in tutta Europa e in cui si discusse dello sfruttamento e delle discriminazioni e del diritto di voto alle donne: e non certo da un inesistente rogo di una inesistente fabbrica di camicie che secondo un falso storico ormai acclarato – ma ancor oggi incredibilmente sostenuto da sindacati e giornali – avvenne a New York.
È colpa nostra, persuasi come siamo che si debba parlare anche di diritti negati e di sopraffazioni e di femminicidi, certo: ma non solo e unicamente di quello, cristo, non solo di un fenomeno che peraltro in Italia è in costante diminuzione giacché i femminicidi, da noi, sono inferiori di numero rispetto a tutto l’ Occidente.
Ma è comunque colpa nostra, perché non capiamo che invece dobbiamo essere tristi, dobbiamo vivere un giorno luttuoso in cui non serve la mimosa – associata alle donne, dal 1946, come alla lieta fioritura di marzo – ma solo i crisantemi, anzi meglio, solo le bandiere a mezz’ asta imposte da Laura Boldrini all’ ingresso di Montecitorio.
Siate mesti, siate affranti: è la Storia che ve lo chiede, mica l’ espressione eternamente incarognita della Boldrini. È un funerale, non è mica una scampagnata. Tra l’ altro, la Giornata contro la violenza sulle donne esiste: la istituì l’ Onu nel 1999, ma in altra data. E, tra l’ altro, ci sono comuni italiani che in passato si sono rifiutati di mettere le bandiere a mezz’ asta nella ricorrenza dei giorni di Nassirya, ma questo è un discorso fuorviante.
E poi ce n’ è uno ancora più fuorviante, perché insopportabile: che più un paese è evoluto – e la parità pienamente raggiunta – e più tendono a equivalersi gli omicidi che colpiscono uomini e donne.
L’ Italia non brilla per emancipazione femminile, com’ è stranoto: col risultato che le donne le ammazzano meno, e che talvolta, se le ammazzano, lo fanno proprio perché sono donne. E questo è orribile. È un fattore culturale definito “endemico” dagli studiosi. Ed è un fattore orribile. Ma sono il tempo e il progresso risolverà in parte questa piaga: non i lutti, non le leggi assurde. Il giorno in cui Laura Boldrini capirà che una donna può diventare presidente della Camera per merito, e non solo perché donna in quanto donna, sarà un giorno migliore. La vera festa.
Filippo Facci per “Libero Quotidiano”