NEW YORK – La più importante agenzia finanziaria del mondo, Bloomberg, senza troppi giri di parole arriva la dunque: l’euro non funziona più, non sta più in piedi, e la Bce è finita in un vicolo cieco.
Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha tentato per anni di sostenere l’inflazione nell’eurozona, perlopiu’ senza successo. Coi tassi di riferimento bancari gia’ sotto lo zero, scrive Richard Jones su “Bloomberg”, il meeting politico dell’Eurotower in programma per giovedi’ non potra’ che partire da un rafforzamento del quantitative easing basato sul debito sovrano dei paesi periferici dell’euro, a partire dall’Italia.
Ma ha ancora senso procedere alla rinanimazione di un “paziente” che appare in tutta evidenza defunto?
Un ulteriore taglio ai tassi di deposito e’ gia’ dato per assodato dai mercati: la Bce, dunque, non ha scelta se non tentare qualcosa di drastico e inviso ai tutori del rigore: secondo Jones, la Banca centrale dovrebbe “non soltanto estendere l’acquisto di obbligazioni di almeno 10 miliardi di euro al mese (dagli attuali 60), ma anche orientare il programma di quantitative easing sul debito dei paesi periferici, come Spagna, Italia e Portogallo, a spese della Germania“.
Una via estema che rimarebbe l’unica con un senso, benchè politicamente avversata dalla Germania, azionista di maggioranza della Bce.
Questi paesi, sostiene l’economista, “hanno bisogno di un sostegno sul fronte dei tassi di rifinanziamento del debito”, specie dal 21 gennaio scorso, quando l’ultima decisione sui tassi da parte della Bce ha esibito diverse resistenze dei debiti sovrani nell’eurozona alle turbolenze globali.
I Paesi piu’ indebitati dell’eurozona, avverte l’autore dell’editoriale, hanno bisogno di molto ossigeno: la Spagna, ad esempio, quest’anno vedra’ giungere a maturazione titoli di debito sovrano per ben 140 miliardi di euro. Ovviamente, per sostenere maggiormente i paesi periferici la Bce dovrebbe rivedere la sua “capital key”, ovvero i criteri che sostanzialmente legano l’acquisto delle obbligazioni sovrane alle dimensioni delle rispettive economie.
Si tratta di un sistema “che ovviamente favorisce la Germania, prima economia dell’eurozona” per volume di pil. La Bce ha istituito questo criterio per non dare l’impressione di essere impegnata nel finanziamento monetario dei governi; l’ambiente globale, pero’, e’ cambiato in peggio, e quanto messo in campo dalla Bce – avverte Jones – non basta piu’ a dar prova della sua determinazione a tenere in piedi il progetto dell’euro.
Per Bloomberg, che è la più seguita e autorevole fonte di analisi e giudizio in tempo reale dei mercati finanziari. il progetto dell’euro quindi non sta più in piedi e la Bce per quanto faccia non riesce a supportarlo. E’ la prima volta che viene esplicitamente detto.
E’ chiaro che Bloomberg dia praticamente per scontato il rifiuto della Germania ad autorizzare il finanziamento diretto della Bce ai debiti pubblici degli stati del sud dell’eurozona, principalmente di Italia, Spagna e Portogallo, lasciando pur perdere la Grecia ormai senza speranza di salvezza.
Per conseguenza, l’euro in quanto tale “non restando più in piedi” ha il destino segnato.
Redazione Milano IL NORD