Italia? Dove la Polizia ha il mal di Pansa e la verità è reato!

 

Gianni Tonelli finalmente a casa con la sua famiglia dopo 46 giorni di sciopero della fame. L’eroico ispettore della Polizia di Stato e segretario generale del Sap, Sindacato Autonomo di Polizia, è finalmente rientrato a casa a Imola, dove vive con la famiglia, dopo che ieri è stato dimesso dall’Ospedale Santo Spirito di Roma dove, al 43° giorno consecutio di sciopero della fame, era stato ricoverato per un malore.

Armando Manocchia e Gianni Tonelli
Armando Manocchia e Gianni Tonelli

Nonostante il clamore politico e il risalto mediatico che i Media hanno riservato a questa miserevole, vergognosa e indegna vicenda per un Paese che si dice civile e democratico, il segretario generale del Sap, che da 46 lunghissimi giorni ha dato vita ad un Sit-in di protesta contro le politiche dei tagli lineari del malgoverno sul comparto sicurezza, e si sposta di settimana in settimana da Piazza Montecitorio al Viminale, dal Viminale al Quirinale per poi tornare nuovamente a Montecitorio, benché abbia ricevuto la solidarietà, la vicinanza e il sostegno da quasi tutte le forze politiche di opposizione del Parlamento, non ha ancora potuto ricevere la pur minima considerazione dalle Istituzioni governative e tanto meno da quelle ‘debolezze’ politiche che per mere logiche di spartitocrazia affaristico clientelare le sostengono.

PANSA-poliziaIeri, prima che il Segretario Generale del SAP fosse dimesso dal Santo Spirito, ha ricevuto la visita dei senatori Giovanardi, Mauro e Quagliariello che gli hanno espresso solidarietà “per l’incredibile situazione che sta vivendo come sindacalista che difende i diritti dei colleghi, ignorato non soltanto dal Capo della polizia e dal ministro degli Interni, ma addirittura fatto oggetto di accuse tanto fantasiose quanto infondate ribelli“.

In questi anni – spiega Armando Manocchia – il Sap ha messo in luce, stando alle tantissime denunce, le criticità del comparto: dai caschi Ubott scaduti alle divise, dalle condizioni insalubri dei commissariati alle volanti, dai corsi antiterrorismo alla formazione degli agenti che latitano, fino alla carenza di personale dove Tonelli denuncia 45 mila uomini in meno. Battaglie che sono costate un prezzo altissimo, con le conseguenti sospensioni di alcuni agenti che avrebbero denunciato le problematiche del comparto in diverse trasmissioni televisive. Da lì Tonelli ha iniziato lo sciopero della fame, interrotto dopo 43 giorni dal malore che lo ha colpito giovedì mattina.

tonelli-ricoverato

Venerdì scorso Tonelli, già colpito da una pena pecuniaria e altri provvedimenti per aver indossato durante un intervista tv una maglietta che solo un troglodita può confondere con quella della Polizia di Stato, è stato raggiunto dalla Digos all’ospedale Santo Spirito di Roma per la notifica degli avvisi di garanzia e di conclusione delle indagini preliminari. Il personale della Questura di Roma ha notificato all’ispettore capo Gianni Tonelli e altri quattro assistenti e agenti della polizia di Stato, un avviso di garanzia e di conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell’articolo 415 bis del codice di procedura penale. Al sindacalista Tonelli, la Procura di Roma ha contestato i delitti di concorso in interruzione di pubblico servizio e in abbandono del posto di servizio nonché la contravvenzione di pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico, in qualità di concorrente morale, promotore e organizzatore. A tre degli operatori di polizia è stata contestata anche la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. I provvedimenti si riferiscono a quanto fatto emergere dagli indagati in alcune trasmissioni televisive circa l’inadeguatezza di equipaggiamenti della polizia di Stato la cui veridicità è oggetto di indagine della magistratura.

Tonelli, risponde così al “PALAZZO” che vuole intimidirlo: “IO SONO UN UOMO LIBERO. Non esiste il reato di verità! La mia risposta al tentativo di tacitarmi? Oggi abbiamo pubblicato una pagina su ‘il Tempo’, ‘il Resto del Carlino’, ‘il Giorno’ e ‘la Nazione’ e Mercoledì 9 marzo sarò di nuovo in Piazza Montecitorio a continuare la battaglia.

Mercoledì 9 marzo alle 11 si terrà una manifestazione di solidarietà in Piazza Montecitorio e l’invito rivolto a tutti è : Condividete, condividete, condividete e fate condividere!” O !!!! Non esiste il reato di verità ! Gli italiani hanno diritto ad un Paese differente e soprattutto ad un futuro sicuro.

Armando Manocchia   – – – @mail

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