Forteto, pignorati i conti: “Niente risarcimenti, niente stipendi”
La cooperativa il Forteto non paga i risarcimenti alle vittime stabiliti dalla sentenza del tribunale di Firenze. Così gli avvocati hanno chiesto il pignoramento dei conti correnti della cooperativa. Sono giorni di tensione al Forteto, dove i dipendenti temono che il blocco dei beni dell’azienda possa bloccare a sua volta il pagamento degli stipendi. A raccontare la vicenda è stata la cronaca fiorentina de La Repubblica, che parla di una forte tensione fra alcuni sindacalisti, che additano come responsabili coloro che hanno denunciato, provocando uno scontro interno.
“Le sentenze si rispettano e gli indennizzi previsti a risarcimento delle vittime vanno pagati. Non ci si può certo lamentare se chi deve ricevere l’indennizzo dopo, immagino, molti solleciti, si trova costretto a chiedere ed ottenere il pignoramento di beni mobili o immobili fino all’ammontare del dovuto”, ha commentato Gianluca Giussani, segretario generale della Flai Cgil Firenze.
“A proposito delle accuse che un sindacalista storico, non certo della Cgil, avrebbe rivolto alle vittime colpevoli a suo dire di volere la chiusura della cooperativa Giussani, al contrario, mette in evidenza – si legge in una nota – la responsabilità dell’azienda che avrebbe dovuto e potuto evitare tutto ciò rispettando il dettato di una sentenza che non è di ieri ma del giugno 2015″. “In considerazione di tutto ciò – conclude Giussani – la cooperativa paghi gli indennizzi sblocchi i conti e paghi gli stipendi, se poi vincerà l’appello recupererà le somme“.
Sulla questione sono intervenuti anche il capogruppo di Forza Italia in Regione Stefano Mugnai e quello di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. “I conti del Forteto sono stati bloccati perché la cooperativa ha scelto di disattendere la sentenza di primo grado che la obbliga a risarcire le vittime di abusi e soprusi – spiega Mugnai – la scelta, non legittima, è della cooperativa. Le vittime sono soggetto passivo. Troppo comodo, per chi adesso si vede saltare il pagamento dello stipendio, prendersela con loro. Qui si continua a fare confusione tra vittime e carnefici“. “Se il Forteto ha problemi economici per cui non è in grado di pagare al tempo stesso i risarcimenti sanciti dal tribunale di Firenze e gli stipendi dei dipendenti, perché non utilizza gli immobili che ha a disposizione per trarne un profitto economico? – si chiede Donzelli – La cooperativa smetta di ospitarci gratuitamente i condannati e li venda o li ceda in affitto per recuperare risorse. Il Forteto non può continuare a vivere se non prende le distanze in maniera netta, e non solo a parole, con il sistema messo in piedi dal ‘profeta’ Fiesoli – conclude Donzelli – l’unica soluzione è il commissariamento della struttura che conduca la cooperativa nella legalità, portando un minimo di credibilità morale, oltre che una gestione ispirata a criteri economici anziché alla copertura di coloro i quali hanno commesso crimini gravissimi”.