Isis, Gentiloni: i jihadisti sono solo 5000, nessuna spedizione italiana in Libia

 

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Non si può escludere una minaccia dalla Libia. Ma non perché c’è questa minaccia si deve intervenire. Giustificare con queste minacce spedizioni militari nel deserto è una valutazione che non coincide con la visione del governo italiano”.

Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in una conferenza stampa dalla sede della rappresentanza italiana alle Nazioni Unite. “Per ora la presenza di Daesh in Libia è numerosa ma circoscritta, 4.000-4.500 combattenti”, ha detto Gentiloni aggiungendo che “questo non ci deve indurre a sottovalutarne i rischi.

La prevenzione del terrorismo è in atto, ma è importante anche la stabilizzazione della Libia. L’Italia ha bisogno di avere di fronte alle proprie coste un Paese con un governo con il quale si possa interloquire per i problemi dei migranti, sul tema delle grandi risorse energetiche che possiede e sul contrasto al terrorismo”. AGI

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