L’Eni chiude il 2015 con una perdita netta pari a 8,82 miliardi di euro a causa sostanzialmente delle “svalutazioni indotte dallo scenario petrolifero”. Il risultato netto adjusted “su base stand alone” è invece positivo per 0,34 miliardi (-91%).
Nel quarto trimestre 2015, quello che ha visto il crollo dei prezzi del petrolio, l’Eni ha registrato un rosso di 8,46 miliardi, che si riduce a 0,20 miliardi se si considera il risultato netto adjusted su base standalone. L’azienda conferma il dividendo 2015 di 80 centesimi per azione, di cui 40 centesimi già distribuiti a settembre dello scorso anno.
L’Eni ha registrato una crescita produttiva del 14% nel quarto trimestre con un plateau di 1,88 milioni di barili al giorno (il iù elevato degli ultimi 5 anni) e del 10% nel 2015, contro il target iniziale del 5%, a 1,76 milioni. Le nuove risorse aggiunte nell’anno sono pari a 1,4 miliardi di barili (contro 0,5 miliardi del target iniziale), al costo unitario di 0,7 dollari, grazie anche alla scoperta del supergiant di Zohr nell’offshore dell’Egitto.
“Nel 2016, come lo scorso anno – annuncia l’ad Claudio Descalzi – stiamo proseguendo velocemente nel processo di trasformazione di Eni, con l’obiettivo di rendere il gruppo ancora più forte e in grado di operare sempre meglio in questo difficile contesto mantenendo solide aspettative di crescita. Nel 2015 ha conseguito risultati fondamentali nel processo di trasformazione che vedrà il gruppo sempre più focalizzato sul core business oil&gas e sempre meglio organizzato per competere in un mercato a bassi prezzi dell’energia riflesso nello scenario Eni che si allinea ad un consensus di mercato conservativo. Il complesso processo di deconsolidamento di Saipem si è ora concluso, a soli quattro mesi dal suo avvio, e ha portato nelle casse di Eni entrate nette per 4,8 miliardi, mentre i piani di efficientamento e di razionalizzazione delle spese hanno fatto registrare risultati migliori delle attese, tanto da consentire l’autofinanziamento dei capex 2015 in uno scenario di circa 50 dollari al barile, 13 in meno rispetto alle aspettative di un anno fa”.
I miei più fervidi complimenti!!!!!!!!!
Saranno contenti gli ambientalisti… un pò più disoccupati… ma con una stima di vita più lunga.