La Banca popolare di Vicenza è al centro di tre inchieste, due sono a Prato e Udine dove si indaga, riporta Repubblica, per truffa ed estorsione nei confronti di centinaia di clienti e investitori “obbligati” a comprare le azioni dell’istituto, sotto la minaccia di revoca di fidi o mutui.
In sostanza, i clienti e gli imprenditori che avevano bisogno di chiedere prestiti sono stati costretti ad acquistare, in totale, un miliardo di euro di azioni della banca veneta. Una operazione, dichiara il procuratore capo di Prato Giuseppe Nicolosi, vietata e “condotta in assoluto spregio della buona amministrazione”. E sono centinaia i risparmiatori friulani e pratesi (artigiani, piccoli imprenditori, pensionati) che hanno perso tutto dopo aver acquistato le azioni della loro banca, il cui valore è poi crollato, che hanno sporto querela.
Drammatico il caso di un pensionato friulano che ha perso tutti i suoi risparmi, 170mila euro, che erano destinati alle cure della moglie malata di cancro. “Non vorremmo che queste indagini si fermassero all’esecutore materiale (ovvero i dipendenti delle filiali che hanno materialmente processato le sottoscrizioni, ndr) che così diventerebbe il capro espiatorio, lasciando impuniti coloro che realmente hanno implicazioni su scala nazionale”, spiega Barbara Puschiassis della Federconsumatori del Friuli. LIBERO