Si chiude domani, 26 febbraio 2016, il bando della Prefettura di Milano destinato all’accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale nell’ambito di Milano e provincia: “4.500 posti, per il prezzo prodie/procapite di 35 per il periodo dal 1 marzo al 31 dicembre 2016. “Si evidenzia – si legge nel bando – che il fabbisogno viene stimato in 4.500 posti destinati all’accoglienza, determinato considerando le presumibili necessità e le indicazioni fornite dal Ministero dell’Interno, Dipartimento per le Libertà Civili e per l’Immigrazione”.
“Siamo di fronte all’ennesimo business dell’accoglienza – ha dichiarato Paola Frassinetti, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale -. Se si è disposti a spendere circa 1.000 al mese per mantenere un profugo, quando un pensionato sociale non arriva a prendere nemmeno la metà di questa cifra e tantissimi italiani faticano ad arrivare alla fine della seconda settimana, qualcosa non funziona”.
Non sono profughi. Hanno tra i 18 e i 35 anni e sono per lo più uomini soli
La struttura di accoglienza – continua il bando – “dovrà fornire tutti i generi di necessità”: vestiario, prodotti per l’igiene personale, un pocket money fino ad un massimo di 7,50 al giorno, una tessera telefonica all’ingresso di 15. I soggetti ammessi alla gara sono le associazioni, gli enti ecclesiastici, gli enti pubblici e del privato sociale, ma anche le strutture alberghiere.
“Dopo aver scaricato sui Comuni il problema della gestione dei profughi fomentando la guerra tra poveri con cittadini italiani in gara con gli immigrati – ha osservato Fabio Raimondo, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia e Assessore della Città di Melegnano – questa volta il Governo scavalca completamente i sindaci e per il tramite di cooperative e strutture alberghiere fa piombare su un territorio già al collasso altri 4.500 profughi”.
“Siamo stati i primi a chiedere un immediato blocco navale e una missione internazionale con lo scopo di aprire sulle coste nordafricane i centri di accoglienza – hanno concluso Frassinetti e Raimondo – in modo che possano essere valutati sul posto coloro che possiedono i requisiti per ottenere il diritto d’asilo, per poi essere smistati in tutti i 28 paesi dell’Unione europea. Perchè è l’Europa che se ne deve occupare”. askanews