NEW YORK, 22 FEB – L’Isis si sta sempre più radicando in Libia con l’obiettivo di creare un nuovo ‘califfato’, sul modello di quanto fatto in Siria. E lo sta facendo attraverso la creazione di vere e proprie istituzioni ‘statali’. Istituzioni che vengono finanziate soprattutto con i guadagni provenienti dal redditizio traffico di esseri umani.
A lanciare l’allarme fonti di intelligence occidentali citate dal New York Times, secondo cui i militanti dello stato islamico sono sempre più coinvolti nel business degli immigrati clandestini, visto come una delle principali voci di entrata in un’area dove ancora l’Isis non controlla pozzi petroliferi. Parte degli introiti, poi, arriva dalle tasse imposte alla popolazione e dall’attività di estorsione, esattamente come avviene in Siria e in Iraq.
A preoccupare gli 007 e’ anche l’arrivo in Libia di tantissime reclute provenienti da diversi Paesi africani: dalla Nigeria al Senegal, dal Ciad al Sudan, passando per il Mali. L’ordine di spostarsi dall’Africa Occidentale e da altre zone del continente verso nord – spiegano fonti occidentali al Nyt – arriva direttamente dai leader dello Stato islamico.
Molti dirigenti dell’Isis, poi, in buona parte sono già approdati in Libia provenienti da Siria e Iraq, per sfuggire ai raid aerei della coalizione guidata dagli USa. E se il numero dei combattenti in Siria e in Iraq e’ sceso a circa 25 mila dai circa 31.500 di qualche mese fa, in seguito alla campagna aerea guidata dagli Usa, in Libia nello stesso periodo sono raddoppiati, arrivando a circa 6.500. La gran parte concentrati nell’area di Sirte. ansamed
Nel 2015, solo in Italia, sono arrivati 153.842 immigrati. Calcolando una spesa media per difetto di 3000 euro a migrante, si arriva ad un business di oltre 460 milioni di euro.
In Europa sono arrivati oltre un milione di migranti attraverso il Mediterraneo per un business per i trafficanti di circa 3 miliardi di euro.