Il male della scuola è anche in cattedra
Roma – Vessava sistematicamente uno dei suoi alunni, insultandolo e incitando i compagni di classe a picchiarlo. E’ il motivo per il quale una professoressa 59enne di italiano è stata sospesa dall’insegnamento in una scuola media di Bagnoregio, in provincia di Viterbo: a notificarle la misura cautelare, disposta dalla procura locale, sono stati gli agenti della Squadra mobile della polizia del capoluogo laziale, diretti da Fabio Zampaglione. Gli stessi che, dopo lunghe e accurate indagini, hanno ricostruito nei dettagli la sconcertante vicenda.
A dare l’input all’inchiesta, la denuncia presentata dai genitori della vittima, messi in allarme dai genitori degli altri alunni. Alunni che, nel bel mezzo di una lezione di catechismo sul bullismo, di fronte a chi gli spiegava come riconoscere ed evitare certi comportamenti, avevano candidamente ammesso: “ma è proprio quello che ci dice di fare la prof”.
Dalle testimonianze raccolte i poliziotti hanno accertato come la donna apostrofasse spesso il ragazzo, che ha un lieve deficit cognitivo, con insulti come “deficiente” o “puzzi” o altre frasi irripetibili. Invitando i compagni maschi – la classe è una terza – a prenderlo e a buttarlo di peso fuori dall’aula oppure a farlo sedere su una sedia e a colpirlo a turno con schiaffi, con il righello o altri oggetti. E quando l’insegnante ha saputo che i papà e le mamme di alcuni allievi avevano segnalato la cosa al dirigente scolastico, non ha esitato a promettere loro di “farla pagare” ai figli.
E’ lo stesso gip, nel motivare la sospensione, a far notare come un ragazzo che avrebbe avuto “bisogno magari di maggiori attenzioni”, se non di un sostegno, veniva “emarginato”, “deriso” e “umiliato” davanti agli altri. (AGI)