Mari alla Francia, il Governo non si ferma: “Nessuna revoca dell’accordo”

PILI: MARE ALLA FRANCIA, IL GOVERNO NON SI FERMA

RENZI ORDINA, NESSUNA REVOCA DEL TRATTATO

PARLAMENTARI SARDI PD VOTANO A FAVORE ACCORDO ITALIA-FRANCIA

222 CONTRARI,146 A FAVORE: LO SPETTRO PETROLIFERO DIETRO L’ACCORDO

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Scrive il deputato sardo Mauro Pili su faceboook

“Nessuna revoca e modifica del trattato che regala i mari del Nord Sardegna e della Liguria alla Francia. Con un voto scandaloso il governo ha respinto stamane l’ordine del giorno con il quale si chiedeva di bloccare e revocare quel patto che cede gran parte delle aree pescose del Nord Sardegna alla Francia. E’ stato il governo ad ordinare alla sua maggioranza di votare contro, nonostante le rimostranze in tutto il territorio nazionale e la grande mobilitazione dell’opinione pubblica non solo sarda. Con una spregiudicatezza senza precedenti il governo Renzi di fatto ha deciso di andare avanti con la cessione di specchi acquei rilevantissimi ai transalpini fregandosene delle proteste che sono arrivate dalle associazioni di categoria e dalle stesse regioni. Un atto grave che mette in discussione non solo i confini marittimi ma priva le attività economiche legate alla pesca di importanti e decisive aree di mare ritenute tra le più pescose”.

Lo ha appena dichiarato il deputato sardo di Unidos Mauro Pili subito dopo il voto dell’ordine del giorno a sua firma con il quale si chiedeva il blocco dell’accordo che cede i mari al nord della Sardegna alla Francia e la sua revoca immediata. Hanno votato a favore dell’ordine del giorno di Pili 146 deputati, 222 i contrari. Numerose le sottoscrizioni dell’ordine del giorno da parte di deputati di ogni parte politica e altrettanti gli interventi di tutti i gruppi parlamentari a sostegno. Hanno votato a favore i 5 stelle, forza italia, lega dei popoli, sel e la maggioranza del gruppo misto, hanno votato contro il Pd, scelta civica, il Centro destra e il centro democratico.

Un voto di una gravità inaudita che non lascia margini. Il governo e la sua maggioranza sanno bene che quell’accordo o si revoca o si approva. E nel momento in cui hanno scelto di non indicare la strada della revoca significa che intendono ratificarlo. Non ci sono mezze misure proprio perché i confini sono l’unico oggetto dell’accordo stesso. E’ fin troppo evidente a questo punto che dietro questa operazione si celano altri interessi. Da una parte la sudditanza del governo Renzi verso la Francia e dall’altra possibili scambi di altra natura, dal capitolo della difesa militare a quelli delle ricerche petrolifere. Non è un caso che nella stessa giornata di un anno fa siano stati sottoscritti nello stesso comune di Caen accordi che riguardavano i ministri della Difesa. La modifica dei confini marittimi potrebbe aprire un capitolo anche legato alle piattaforme petrolifere sulle quali diverse società stanno puntando da oltre due anni. Non è un caso che proprio sul lato ovest dove stati pure modificati i confini a mare siano state avanzate diverse richieste di prospezioni petrolifere e di gas. Pesca a Est e petrolio ad ovest. Uno scenario inquietante dove l’unico dato certo è che il governo Renzi se ne frega della Regione sarda, che ignora totalmente, e dall’altra persegue con una spregiudicatezza esemplare interessi in mano di lobby di ogni genere. Ciò che è più scandaloso è il voto dei parlamentari sardi del Pd che hanno seguito alla lettera l’ordine del partito votando contro la Sardegna o non partecipando al voto. Un atto di una gravità inaudita sia sul piano politico che sostanziale. Per questa ragione avvieremo una mobilitazione durissima per impedire la ratifica di questo patto suicida firmato dall’Italia ma che fa morire la pesca del nord Sardegna con la complicità e il silenzio della Regione Sarda. Tutto questo è inaccettabile e va impedito in ogni modo”.

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L’ordine del giorno prevedeva 4 impegni e questa è la sua formulazione finale:

IMPEGNA IL GOVERNO

ad assumere iniziative per revocare e/o rivedere tale accordo che costituirebbe un danno economico rilevante per il mondo della pesca a partire da quello sardo;

ad assumere con somma urgenza iniziative affinché le autorità francesi rispettino le norme vigenti, ribadendo con la necessaria chiarezza che l’accordo di Caen del 21 marzo 2015 non è in vigore e non ha nessuna efficacia né giuridica né operativa;

a segnalare formalmente i fermi, perpetrati dalle autorità francesi a danno delle imbarcazioni sarde e non solo, in tratti di mare di competenza internazionale;

assumere, nell’ambito della delega, iniziative per attivare la zona economica esclusiva a favore del mondo della pesca a partire da quella sarda;

Mauro Pili

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4 thoughts on “Mari alla Francia, il Governo non si ferma: “Nessuna revoca dell’accordo”

  1. L’Italia è ufficialmente un regime;il parlamento è abolito di fatto;finalmente abbiamo la monarchia assoluta!

  2. Tranquilli, tranquilli, che il PD non perderà nemmeno un voto per questo tradimento, magari… forse, ma dico: forse, in Sardegna uno o due pecore-zombies elettori del PD per “protesta” voteranno sel.

  3. A conferma di quanto scrivo da anni, noi italioti non siamo uniti; NON SIAMO UN POPOLO!!
    Continuiamo a subire l’arrogante comportamento di questo bullo di periferia che si comporta da dittatorello, sicuro di sé, senza opposizione -oltre a quella stabile dei 5stelle- che raccatta di tutto e di peggio, pur di restare in sella; ma adesso svendendo anche porzioni del nostro mare bisogna fermarlo; comunque e con ogni mezzo.

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