UE: 6 milioni di euro al Ghana per contenere l’immigrazione

 

euroAccra, 17 feb. – l’Unione europea stanziera’ 6 milioni di euro al Ghana per ridurre il volume dei flussi migratori del paese africano verso l’Europa. Lo ha reso noto l’ambasciatore europeo presso il Ghana, William Hanna, che ha dato l’annuncio durante l’inaugurazione del MIC, Migration information centre, patrocinato dal progetto euro-africano GIMMA, Ghana Integrated Migration Management Approach, intervenendo a Sunyani, citta’ ghanese considerata arteria economica del Paese.

Nel 2015 l’Unione Europea ha fornito 190 milioni di euro di sovvenzione al Ghana. L’obiettivo quest’anno e’ trovare una soluzione alla disoccupazione e sostenere i giovani nella formazione professionale.

La UE regala altri 31,6 milioni di euro al Ghana

Corruzione con i soldi europei in Ghana. La UE ha insabbiato tutto

Grande scandalo corruzione della Commissione UE in Ghana. E danno lezioni all’Italia

Il progetto, il cui obiettivo e’ chiaramente quello di supportare e promuovere la creazione di posti di lavoro e la crescita dell’economia ghanese, cosi’ da incentivare i giovani a non lasciare la nazione, sara’ gestito a quattro mani dalle autorita’ locali e dalle organizzazioni della societa’ civile.

Hanna ha dichiarato che la priorita’ del progetto sara’ quella di servire principalmente le regioni in cui vi e’ un piu’ alto tasso di individui pronti ad andare all ricerca di “pascoli piu’ verdi” all’estero, sottolineando che questo e’ il motivo per cui la regione del Brong Ahafo dovrebbe essere una delle principali beneficiarie del progetto. Il nuovo ufficio del MIC dovrebbe rappresentare un luogo neutrale in cui chiunque possa recarsi per richiedere informazioni riguardo le procedure legali di immigrazione, le politiche degli stati in cui sono diretti o per ottenere i documenti necessari per lasciare, legalmente, il paese.

E’ di fondamentale importanza ricordare che il flusso migratorio non e’ composto esclusivamente da profughi che aspirano al riconoscimento di rifugiati politici perche’ provenienti da paesi in guerra ( come Libia, Siria e Somalia), ma anche dai cosiddetti “migranti economici”, come senegalesi e ghanesi, che lasciano la propria patria sperando venga loro concesso l’asilo politico, cosi’ da poter ottenere nuovi documenti in paesi economicamente piu’ stabili rispetto a quelli dai quali provengono. (AGI)

Seguici su Canale Telegram
https://t.me/imolaoggi
Seguici su Social VK
https://vk.com/imolaoggi