Modena: Terremotati nei container al freddo e senza luce

 

A distanza di quattro anni dal terremoto che ha squarciato le campagne tra Modena e Ferrara ci sono ancora 627 sfollati che vivono nei container . Li chiamano map, moduli abitativi provvisori, e in ognuno di loro – 193 in tutto – vive il ventre molle di un terremoto che fuori dai confini emiliani sembra già ampiamente risolto.

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La realtà è diversa. I centri storici sono ancora imbrigliati nelle impalcature e chi era precario prima del sisma non trova lavoro e non riesce a pagare le bollette: problema, quest’ultimo, amplificato nei prefabbricati che funzionano solo a corrente elettrica e non sono coibentati. I consumi sono alti ma Enel le ha provate tutte, proponendo pagamenti rateizzati, fino ad accumulare un debito non più sostenibile: 350mila euro di bollette non pagate da parte di chi vive ancora nei map e 800mila euro lasciati da chi se ne è andato.
Enel ha detto stop e a una novantina di famiglie nei map sta staccando la corrente. Per 20 di loro ha iniziato un mese fa a ridurre gradualmente la potenza dei chilowatt e tra ieri e oggi ha staccato del tutto. Per altri 65 il distacco si completerà entro fine mese. Qualcuno si è fatto prestare un generatore, qualcun’altro una stufa a gas, ma molti rimarranno senza luce e riscaldamento. A Novi di Modena, dove 170 sfollati vivono nei container, si sta diffondendo il panico.

«Prima del terremoto facevo l’ambulante, vendevo dolciumi nelle fiere – racconta Lorena Bonfatti – poi sono rimasta senza lavoro e casa mia è ancora distrutta, la stanno ristrutturando. Non ho mai pagato una bolletta di Enel perchè sono rimasta disoccupata e non sapevo come fare. Ormai il mio debito è arrivato a 6mila euro».(…)

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