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La Repubblica Ceca non è un paese xenofobo, il cinque per cento della popolazione è costituito da stranieri integrati nella società: alla parola migrazione, tuttavia non dovrebbe essere associata la migrazione islamica, poiché le persone di questa fede non sono integrabili o assimilabili nella cultura europea. Questo il punto fondamentale espresso dal presidente ceco Milos Zeman durante il suo intervento alla conferenza internazionale “Socialdemocrazia nel 21mo secolo”, che si è svolta a Bratislava. “È una cultura che discrimina le donne, negando loro l’accesso all’istruzione, agli uffici pubblici e che prevede per le donne diritti inferiori a quelli degli uomini“, ha spiegato Zeman. L’unico modo per affrontare la crisi migratoria dovrebbe essere costituito, secondo il presidente, da due fattori: “Da un lato respingere i migranti economici e dall’altro deportare coloro che predicano l’odio religioso e la violenza. In breve, si tratta di prevenire atti di terrorismo”, ha aggiunto Zeman
Zeman ha notato che l’Unione europea in tal senso non è riuscita a garantire la protezione delle sue frontiere esterne ed al contrario ha introdotto meccanismi di ricollocazione dei profughi che violano la sovranità degli Stati membri. “Questo non risolve il problema, lo pospone e crea una nuova categoria di migranti che viaggiano attraverso i paesi europei in attesa di ottenere maggiori benefici”, ha sottolineato il presidente ceco.
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