Obiettivo dell’asse franco-tedesco: impadronirsi a basso prezzo delle banche italiane

 

“Rispetto alla pericolosità della proposta Schauble sui titoli di Stato, quello dei crediti deteriorati delle banche diventa un falso problema. Le banche italiane, infatti, hanno un tasso di copertura dei crediti deteriorati tra i più alti dell’eurozona, e spesso essi sono garantiti da immobili di valore”. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un editoriale pubblicato da “Il Giornale”.

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“Il tema dei non performing loans – scrive – è tuttavia esploso a seguito dell‘improvvido decreto del governo del 22 novembre 2015 con cui sono state salvate quattro banche vicine al premier e al governo ed è scoppiata la psicosi del fuggi fuggi e a qualsiasi prezzo. Mentre, come sanno bene gli addetti ai lavori, la buona gestione dei non performing loans spesso aiuta i bilanci delle banche. Anzi, le banche ci fanno i bilanci. Ma il decreto del governo, insieme all’entrata in vigore del bail-in dal 1 gennaio 2016, ha prodotto anche un altro effetto nefasto, che ha influito sul crollo delle borse: il ‘panico finanziario’, noto pure come ‘corsa agli sportelli’. I risparmiatori, italiani e stranieri, dopo tanta confusione non si fidano più delle nostre banche, per cui ritirano i loro depositi”.

“Un modo per uscire da questo stato di crisi – dice Brunetta – doveva essere la garanzia comune sui depositi, da far partire insieme al bail-in. Una sorta di ‘prestatore di ultima istanza’ per cui i depositi bancari sono garantiti ‘dalla piena fede e dal credito dell’Unione europea’. Ma la mancanza di sincronia nell’introduzione dei due strumenti ha creato il pasticcio: ferree regole comuni senza garanzie comuni. Sulla garanzia europea comune sui depositi ha pesato il veto del governo tedesco”.

“Solo quando le banche italiane e greche diventeranno meno rischiose, il governo tedesco è disposto ha partecipare a un Fondo comune che garantisca il debito di tutti i paesi dell’area dell’euro (Germania inclusa). ‘Che le banche dei paesi del sud Europa si liberino dei troppi titoli del proprio debito sovrano in portafoglio’ significa vendita in blocco di Buoni del Tesoro, quindi aumento dell’offerta degli stessi, con conseguente riduzione del prezzo, aumento dei rendimenti, quindi necessità di ricapitalizzazione per le banche, crollo in Borsa e per il Paese aumento dello spread. Esattamente la stessa sequenza che nell’estate-autunno del 2011 portò alla crisi che tutti conosciamo. Allo stesso modo – conclude – oggi l’obiettivo dell’asse franco-tedesco è quello di impadronirsi a basso prezzo delle banche italiane. Nel silenzio assordante di Matteo Renzi e di Sergio Mattarella“”.  (ASKANEWS)


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