Il Cairo – Inizia il balletto delle responsabilità intorno al sequestro e l’uccisione di Giulio Regeni, il ricercatore trovato morto al Cairo. Il governo accusa forze oscure di voler mettere in cattiva luce la polizia nel frattempo si fa avanti anche Washington, che ufficialmente mette la propria diplomazia a disposizione per fare chiarezza sulla vicenda. In realtà, potrebbe creare ancora piu’ confusione.
Il governo egiziano, ha affermato una fonte che vuol restare anonima, pensa che tutto sia stato architettato per far sì che “sembri sia stata la polizia egiziana”. “La polizia – ha aggiunto la fonte- non può agire così con uno straniero. Altri occidentali sono detenuti per crimini ben più gravi di qualsiasi atto Regeni possa aver commesso. Il gruppo o le persone che hanno rapito Regeni sapevano bene che ci sarebbe stata una missione italiana pochi giorni dopo il sequestro. Aver fatto ritrovare il corpo durante la visita rappresenta un evidente tentativo di compromettere le relazioni con l’Italia, che è stato il primo a paese europeo a sostenere l’Egitto dopo la rivolta del 30 giugno 2013 (data della deposizione dell’ex presidente Mohamed Morsi, ndr)”. I responsabili della morte del ricercatore italiano “vogliono alimentare un clima tensione” tra Italia ed Egitto.
Il caso Regeni sarà uno dei temi al centro dei prossimi incontri tra la diplomazia americana e quella egiziana. Lo riferisce il New York Times sottolineando “l’attenzione internazionale” sulla vicenda e quella, in particolare, del Dipartimento di Stato americano, impegnato di frequente a ricordare al Cairo l’importanza del rispetto dei diritti civili e umani. Il riferimento alla morte del ricercatore italiano sarà “probabilmente” sollevato, scrive ancora il NYT, nel corso del viaggio che Sarah B. Sewall, sottosegretario del Dipartimento di Stato per i diritti umani, farà questa settimana nella capitale egiziana oppure quando il capo della diplomazia americana, John Kerry, riceverà a Washington il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shiukry.
Intanto l’analisi del telefonino di Regeni “conferma le testimonianze dei coinquilini e degli amici”, secondo cui il ricercatore si stava recando ad una festa di compleanno il giorno in cui e’ scomparso. Lo ha detto il direttore della Procura di Giza, Hossam Nassar. “Regeni ha lasciato la sua abitazione alle 19:30 per incontrare il suo amico Gennaro, un insegnante di Scienze Politiche presso l’Universita’ britannica al Cairo. Entrambi dovevano andare a una festa di compleanno, ma Regeni non e’ mai arrivato: e’ scomparso 25 minuti dopo la sua ultima telefonata all’amico”, ha detto Nassar, secondo cui “Giulio era solito prendere la metropolitana dalla stazione di al Dokki vicino casa sua”. Preoccupato per il connazionale, “Gennaro ha quindi telefonato alla sua amica Noura Fatihi, che ha contattato il coinquilino di Giulio e avvocato Mohamed al Sayaad”, ha concluso Nassar. (con fonte AGI)
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