“Una ‘porta segreta’ per l’accesso in Europa di potenziali terroristi jihadisti o interi arsenali di armi grazie ai ‘cargo fantasma’”.
Analizzando i dati sul traffico marittimo “sospetto” nel Mediterraneo elaborati dalla Windward, “un’azienda israeliana che ha comparato i dati da registri pubblici e privati su migliaia di navi”, il Financial Times lancia un allarme senza precedenti che preoccupano fortemente i servizi di intellingence europei.
Nel solo mese di gennaio almeno 540 cargo sono approdati nei principali porti del Vecchio Continente dopo aver attraversato “per ragioni sconosciute” le acque territoriali di Libia, Siria e Libano. Il Financial Times cita in particolare il caso di un cargo partito dalla Turchia che, arrivato nei pressi di Misurata, in Libia, ha spento i sistemi di geolocalizzazione per oltre tre ore mentre navigava a ridosso delle coste tunisine, per poi riprendere la rotta verso il porto di Pozzallo. C’è poi la “strana” missione di un’altra nave partita l’8 novembre da Genova e diretta a Lisbona che però ha scelto una rotta anomala navigando per 500 miglia verso le coste africane. Quindi, l’inversione a “U” e la navigazione verso il Portogallo.
Come spiegano fonti dell’antiterrorismo, le “navi fantasma” preoccupano non poco le capitali europee e Bruxelles. Il problema è di così ampia portata che, come fa notare il Financial Times, nessuno “ha idea di come si possa affrontare”. Lo scorso gennaio 9.000 navi sono entrate nei porti europei. Di queste 5.500 avevano una bandiera di “comodo”, cioè diversa da quella della nazionalità della compagnia proprietaria. Undici, invece, hanno fornito false informazioni di identificazione. IL GIORNALE