di Telesforo Boldrini
Se la fonte non fosse l’autorevole e il prudente Sole 24 e la firma di Visco , e se non si conoscessero le sue precedenti posizioni , quanto è qui scritto apparterebbe alla categoria del puro buon senso. Però se a dire apertamente che, non cambiando la posizione tedesca (cosa assai improbabile) ci stiamo avviando alla fine dell’Euro è l’organo più autorevole del capitalismo italiano si tratta di una rivoluzione copernicana che dice molto della drammaticità della nostra situazione. Finché l’Euro e la politica europea si limitavano a strangolare lentamente il tessuto delle piccole imprese il mondo che conta in Italia , i “poteri forti” potevano tenere un atteggiamento distaccato, quello che ora si prospetta è assai più grave in quanto è un attacco all’intero assetto industriale, bancario e finanziario italiano.
Il Bailin è il punto di partenza, esso intacca le basi stesse della fiducia nel sistema del credito, dimostra l’incapacità degli stessi governanti italiani di difendere il sistema e di valutare le conseguenze delle scelte fatte , spinge i risparmiatori a chiudere e diminuire il risparmio depositato aggravando al crisi stessa del sistema. Non solo porta ad un ulteriore restringimento della disponibilità del credito al mondo produttivo e come ha sottolineato mirabilmente Barra Caracciolo ma innesta una svalutazione di massa del patrimonio immobiliare per eccesso di offerta e tale patrimonio è alla stessa base di buona parte delle garanzie date e ricevute dalle banche italiane.
In altri termini si è avviata una spirale che ha come punto d’arrivo la svendita del patrimonio statale e privato italiano a tutto vantaggio degli interessi tedeschi. E’ ovvio che davanti ad una prospettiva del genere l’ipotesi di un’uscita dall’Euro non appaia più tanto sovversiva e rischiosa ai detentori della chiavi della finanza italiana, ma anche una possibile estrema ed ultima scialuppa di salvataggio.