Nell’area euro i rischi di indebolimento della ripresa economica “sono nuovamente aumentati” e nel frattempo l’inflazione è “tangibilmente più debole” di quanto ci si aspettasse solo a dicembre. In questo quadro, il presidente della Bce Mario Draghi ha ribadito che alla prossima riunione operativa del Consiglio direttivo, il 10 marzo “sarà necessario riesaminare ed eventualmente riconsiderare la nostra linea di politica monetaria, quando saranno disponibili le nuove previsioni economiche dei tecnici”.
Pesano l’accresciuta incertezza sulle prospettive delle economie emergenti, la volatilità dei mercati e delle materie prime e i rischi geopolitici. Draghi ha rivendicato l’efficacia delle misure straordinarie messe in campo finora. “In loro assenza – ha detto intervendo all’assemblea plenaria del Parlamento europeo – lo scorso anno l’area euro sarebbe finita in una deflazione piena e i prezzi quest’anno sarebbero calati ad un ritmo anche più forte. La crescita sarebbe stata significativamente più debole”.
Ma ha anche dovuto riconoscere che la stessa Bce ha sistematicamente rivisto al ribasso le sue stime sull’inflazione: “mentre a inizio 2015 la prevedevamo all’1,5 per cento nel 2016 e all’1,8 per cento nel 2017, a dicembre stimavamo solo l’1 per cento quest’anno e un 1,6 per cento nel 2017”.
“Anche se l’ondata disinflazionistica più recente è prevalentemente dovuta ai nuovo forti cali dei prezzi del petrolio, la crescita dei salari più debole del previsto e l’indebolimento delle attese di inflazione – ha avvertito Draghi – richiedono una analisi attenta dei canali tramite i quali queste sorprese potrebbero influenzare il futuro dei prezzi e dei salari”. In pratica il capo della politica monetaria ha ribadito l’apertura ad ulteriori possibili potenziamenti degli stimoli all’economia.
Draghi è anche intervenuto sulla questione delle banche, chiedendo di assicurare “una attuazione coerente delle normative sugli autosalvataggi (bail-in)”, assieme ad “ulteriore lavoro regolamentare per armonizzare le norme sulla vigilanza bancaria”. Ha parlato dei passi che si stanno compiendo per rafforzare il sistema bancario, a cominciare dall’unificazione della vigilanza. Serve anche “un sistema pubblico comune sul fondo di risoluzione, per rafforzare la credibilità e dobbiamo garantire che la fiducia sulla sicurezza dei depositi – ha detto – risulti la stessa in tutti i Paesi membri stabilendo uno schema di assicurazione dei depositi”.
Le politiche di bilancio devono aiutare la ripresa rispettando le regole europee sui conti pubblici. E vanno accompagnate a riforme strutturali “credibili, che siano scelte e disegnate accuratamente, in modo che i loro benefici possano essere percepiti velocemente”.
Più in generale, il capo della Bce ha rilevato che con le molteplici crisi che ci si trova davanti “siamo indubitabilmente ad un punto in cui la coesione dell’Europa viene messa alla prova. Molte delle sfide che dobbiamo affrontare sono europee, o anche di portata globale. E queste sfide – ha concluso Draghi – richiedono una forte risposta europea”. ASKANEWS
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