La Cassazione dà l’assist a Matteo Renzi per cancellare il reato di immigrazione clandestina.
Mentre l’Unione europea soccombe all’invasione di centinaia di migliaia di disperati senza identità e con passaporti falsi, il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio ha apertamente criticato la norma. “La risposta sul terreno del procedimento penale si è rivelata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa – ha spiegato nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 – mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo, fino al più rigoroso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti”. Un attacco che potrebbe convincere il premier a tornare all’assalto del reato di clandestinità depenalizzandolo, come aveva già proposto alcune settimane fa.
Ancora una volta la magistratura ci mette lo zampino. Lo fa dando una spallata al reato di clandestinità, unico argine rimasto all’invasione che da mesi sta travolgendo l’intera Unione europea. Canzio lo considera “inutile, inefficace e dannoso”. E si rifiuta di legare l’emergenza immigrazione al rischio concretissimo di subire attacchi terroristici. Anzi, precisa che la lotta a “ogni forma di criminalità organizzata o terroristica, anche quella internazionale di matrice jihadista”, deve essere condotta “nel rispetto delle regole stabilite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato”. “Diversamente – puntualizza – tradiremmo la memoria” dei magistrati “caduti in difesa dei più alti valori democratici”, come Emilio Alessandrini, “e non faremmo onore al giuramento di fedeltà che abbiamo prestato”. Lo strappo di Canzio nei confronti del legislatore potrebbe accelerare la corsa di Renzi a depenalizzare il reato di immigrazione clandestina. Il premier lo aveva momentaneamente in soffitta perché spaventato dai sondaggi che, dopo gli attacchi jihadisti a Parigi, vedevano gli italiani favorevoli a punire chi entra illegalmente nel nostro Paese. La sinistra, con il ministro della Giustizia Andrea Orlando in testa, e la Cassazione vorrebbero, con un colpo di spugna, cancellare il reato trasformandolo in un semplice illecito amministrativo. Per intenderci, il clandestino che bazzica il nostro Paese se la caverebbe con un buffetto sulla guancia. Niente più.
Nella cerimonia di apertura dell’anno giudiziario Canzio ribadisce, ancora una volta, che “l’indipendenza e l’autonomia” della magistratura non devono “apparire come una prerogativa o un privilegio dei magistrati, bensì come la garanzia dei cittadini, in uno Stato di diritto, per l’applicazione equa e imparziale del diritto e per l’uguaglianza di essi dinanzi alla legge”. Eppure l’assist dato al premier in tema di politiche migratorie è solo l’ultimo degli innumerevoli strappi delle toghe nei confronti della politica.
Sergio Rame – – il Giornale