ABBIAMO BUTTATO NEL CESSO IL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE PER DUE SPICCI: ALTRO CHE 17 MILIARDI, I CONTRATTI CON L’IRAN NE VALGONO AL MASSIMO E RISCHIANO DI ESSERE BLOCCATI DAGLI USA –
SONO STATI FIRMATI TANTI ”MOU”, MEMORANDUM NON VINCOLANTI, PERCHÉ ROHANI, COL PETROLIO CHE COSTA COME LA COCA-COLA, NON HA UNA LIRA – I VERI CONTRATTI LI FARÀ CON FRANCIA (TOTAL BATTE ENI) E GERMANIA – LA SACE INCASSA, MA RENZI NON AMA CASTELLANO. NONOSTANTE LA MOGLIE, NOBILDONNA FIORENTINA…
L’Iran ha miliardi di dollari in asset congelati, ma col greggio che crolla, la sua capacità di spesa è minima – Total è nel Paese da mesi, fregandosene delle sanzioni USA e battendo sui tempi Descalzi. Anche Renault e Peugeout sono messe meglio di Fiat. E in Sace, una delle poche con contratti ”veri”, trema l’ad Castellano…
LA VERITÀ SUGLI ACCORDI MILIARDARI CON L’IRAN dagospia
Verrebbe subito da dire: ”Abbiamo buttato nel cesso il nostro patrimonio culturale per questo?”. Già, perché degli sventolati ”17 miliardi di contratti” con l’Iran, che ci sono costati la copertura delle statue ai Musei Capitolini, solo 2 miliardi sono contratti ”veri”. Il resto sono MoU, Memorandum of Understanding, che non hanno forza di contratto. Intese preliminari in attesa di sviluppi futuri. Che non sono affatto garantiti.
C’è infatti un piccolo dettaglio: la Repubblica Islamica non ha una lira, che poi è l’anagramma di rial, la moneta iraniana. Vero, l’Italia è uno dei suoi partner storici, e ha miliardi di dollari congelati in giro per il mondo, ma l’asset più importante, che contava di sfruttare a tutta forza con la fine delle sanzioni, al momento non vale nulla. Il greggio è ai minimi termini, e Teheran ricaverà pochi petrol-spicci dai ”tanker” che sono già in giro per i mari.
Se l’emiro sbarcato a Firenze, per cui sono stati coperti i piselli di Koons, era molto “liquido”, Rohani viaggia in Europa alla ricerca di quattrini per finanziare le opere infrastrutturali e i progetti che servono all’Iran per ripartire dopo l’embargo.
I veri contratti, la vera ciccia, Rohani li firmerà con Germania e Francia. La prima ha la liquidità, la seconda ha gli agganci e aziende storicamente attive in Medioriente. Fregandosene (giustamente) delle sanzioni, che gli americani continuano a usare un po’ come gli pare, Total è arrivata a Teheran mesi fa, battendo l’Eni di Descalzi sul tempo. Sarà il gigante francese a portare a casa i contratti più redditizi.
Così come Renault e Peugeot, che superano FCA negli affari messi in cantiere, nonostante la storica presenza di Fiat nel Paese. O Airbus.
L’unica azienda per cui si muove davvero qualcosa è la SACE, che recupererà crediti nei confronti dell’Iran per 564 milioni, e che potrebbe essere coinvolta in ulteriori affari miliardari. Nonostante questo risultato, e nonostante il suo essere marito della nobildonna fiorentina Laudomia Pucci, l’amministratore delegato Alessandro Castellano non è molto gradito a Renzi. E ormai, si è capito che in fatto di nomine e di ”ognuno porta i suoi”, Pittibullo non va per il sottile…
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