1120 rapine nel 2015, 420 sono gli autori denunciati o arrestati, ma 700 sono rimasti ignoti. In pratica 3 al giorno. Un dato simile a quello del 2014, ma che si presta a una doppia lettura: non sono aumentate, ovvero non diminuiscono nonostante l’impegno a contrastare il fenomeno.
“L’oggetto del desiderio” è sempre più lo smartphone (quando è ben visibile) e le vittime sono spesso donne sole, stando alle denunce presentate a Polizia, Carabinieri e Municipale di Bologna e provincia, ma si assiste a una radicalizzazione del fenomeno: sono commesse in centro città perlopiù da soggetti nordafricani, spesso armati di coltello.
“L’impegno delle Forze dell’Ordine è massimo – ha risposto ai cronisti il procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del gruppo criminalità comune “ma le indagini sono molto difficili, trattandosi di cani sciolti dello spaccio e delle rapine”. Non si tratta appunto di organizzazioni criminali, ma di soggetti che agiscono “in proprio”, quindi coloro che praticavano solitamente lo spaccio, sono oggi i nuovi rapinatori.
L’aumento degli immigrati clandestini sul territorio e quindi dei soggetti dediti allo spaccio su strada, anche per brevi periodi, rende meno redditizia questa “attività”, così si cambia direzione. Inoltre la normativa vigente manda difficilmente in carcere gli autori, che spesso sono soggetti sconosciuti per i quali viene disposto l’obbligo di dimora, sistematicamente violato.