ROMA – “Nel nostro paese le donne sono considerate p..ne (…) Se non ci lasciate andare vi ammazziamo”.
Così due giovani africani si sono rivolti ad una soldatessa che presta servizio a Roma alla fermata Cipro della metro. I due africani, secondo quanto racconta ilTempo, sono stati arrestati. Accusati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale hanno patteggiato la loro pena: 6 mesi di reclusione. Si tratta di un 23enne proveniente dal Senegal e di un 25enne originario della Guinea. Gli imputati hanno un regolare permesso di soggiorno e svolgono servizi di sicurezza presso alcuni negozi del centro storico di Roma. Martedì scorso, verso le 14,30, stavano tornando dalla pausa pranzo quando, dopo essere entrati all’interno della stazione della metropolitana Cipro, a Prati, erano stati notati dai militari dell’Eesercito che sorvegliano gli obiettivi sensibili della Città Eterna.
“Uno di loro, dopo aver guardato verso di noi – ha spiegato in aula la soldatessa – ha sputato”. Poi le ingiurie: “Tu al mio paese avresti fatto una brutta fine. Se non ci lasciate andare vi ammazziamo”, avevano continuato a urlare cercando di “disarmare e strappare di dosso all’agente – recita il capo dimputazione – l’arma”.
E ancora: “Nel nostro paese le donne sono considerate p..ne”. Da questo scambio verbale ne è nata una colluttazione. E i due sono stati arrestati e processati per direttissima. “Quello che sembrava essere un fatto politico, magari legato al terrorismo, si è dimostrato essere un fatto culturale, legato alla diversa considerazione della donna-ha dichiarato illegale della difesa, Andrea Panfili – Uno dei due africani, secondo gli operanti, si era mostrato infastidito alla vista di una donna soldato. Secondo i miei assistiti erano solo irritati perché dovevano tornare in fretta sul posto di lavoro”. IL GIORNALE