L’Isis ha deciso di dimezzare i salari dei foreign fighters, a fronte di “circostanze eccezionali”, conseguenze dei continui raid aerei della coalizione internazionale, che stanno colpendio i pozzi petroliferi, principale strumento di finanziamento del gruppo jihadista.
Lo rivela l’Independent, pubblicando un documento diffuso a Raqqa dal “Bayt Mal”, il sedicente ministero delle finanze del califfato.
Nel documento si precisa che il taglio del 50% riguarda “tutti i mujaeddin, senza eccezione, qualunque sia lo status” del combattente. Gli stipendi “continueranno ad essere versati con scadenza quindicinale”, come e’ sempre stato, aggiunge il testo.
Di recente, l’amministrazione Obama ha affermato che le operazioni militari degli ultimi tempi stanno seriamente danneggiando le capacita’ di autofinanziamento del gruppo e ha annunciato un aumento degli attacchi. Anche gli ultimi raid aerei britannici sulla Siria si stanno concentrando sui giacimenti petroliferi controllati dai jihadisti. L’11 gennaio i caccia americani hanno centrato un deposito di denaro a Mosul: il Pentagono ha diffuso immagini i cui erano visibili migliaia di banconote che volavano in aria e il generale Lloyd Austin, capo del Comando centrale Usa, ha assicurato che il bombardamento aveva distrutto “milioni di dollari”. (AGI)