Guardian: attenti alla crisi finanziaria del 2016 (che calerà il sipario sull’euro)

Il Guardian riprende le considerazioni di Albert Edwards, noto analista presso la borsa londinese, e della Royal Bank of Scotland, sulla situazione finanziaria globale. La caduta dei mercati a inizio anno, la svalutazione delle monete dei paesi emergenti, il crollo del prezzo del petrolio e il probabile fallimento delle banche centrali in Europa e USA nell’evitare la deflazione, lasciano prevedere una nuova recessione globale quest’anno. In tal caso l’euro, che è sopravvissuto nell’ultimo periodo solo grazie al clima mite dell’economia globale, avrebbe il colpo di grazia.  voci dall’estero.it

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di Larry Elliott, 12 gennaio 2016

Il più schietto ed esplicito “pessimista” della City di Londra ha avvertito che il mondo si sta dirigendo verso una crisi finanziaria severa quanto quella del 2008-2009, che potrebbe dare avvio al disfacimento dell’eurozona.

Albert Edwards, esperto analista della banca Société Générale, ha detto che l’Occidente è sul punto di essere colpito da un’ondata di deflazione proveniente dai mercati delle economie emergenti, e che le banche centrali non si sono rese conto del disastro che sta per investirle. Le sue considerazioni sono venute dopo che gli analisti della Royal Bank of Scotland hanno esortato gli investitori a “vendere tutto” in previsione di un imminente crollo del mercato azionario.

Gli sviluppi dell’economia globale spingeranno di nuovo gli Stati Uniti in recessione“, ha detto Edwards durante un convegno sugli investimenti a Londra. “La crisi finanziaria ricomparirà. Sarà in tutto simile a quella del 2008-2009, e si rivelerà davvero grave“.

I timori di una seconda grave crisi finanziaria nel giro di un decennio sono stati sollevati dalla turbolenza nei mercati all’inizio del nuovo anno. I prezzi delle azioni sono rapidamente crollati e il prezzo del petrolio è sceso collocandosi a malapena sopra i 30 dollari al barile.

Può andare peggio? Certo che può“, ha detto Edwards, il più noto tra gli “orsi” del mercato azionario — “orso” indica un analista che pensa che i prezzi delle azioni siano sopravvalutati e perciò destinati a scendere. “Le valute dei mercati emergenti sono tuttora in caduta libera. Il settore delle imprese statunitensi sta venendo schiacciato dalla rivalutazione del dollaro“.

L’analsta di Société Générale ha detto che l’economia USA è in una condizione molto peggiore di quanto la sua banca centrale, la Federal Reserve, abbia compreso. “C’è stata una massiccia espansione del credito negli Stati Uniti. Ma non per l’economia reale. È servita solo a ricomprare le azioni finanziarie“.

Edwards ha attaccato ciò che ha definito la “incredibile presunzione” dei banchieri centrali, che non hanno imparato affatto la lezione della bolla immobiliare che ha portato alla crisi finanziaria e alla recessione del 2008-2009.

Non hanno capito il sistema allora e non stanno capendo adesso quale caos stanno preparando. La deflazione incombe su di noi e le banche centrali non la vedono“.

Edwards ha detto che il dollaro si è rivalutato tanto quanto lo yen giapponese negli anni ’90, una rivalutazione che spinse il Giappone in deflazione e creò problemi di solvibilità per le banche del paese asiatico. Edwards ha aggiunto che un segno dell’arrivo della crisi è stato il crollo della domanda di credito in Cina.

Ciò accade quando la gente perde fiducia nel fatto che i decisori politici sappiano ciò che stanno facendo. Questo è ciò che sta per avvenire anche in Europa e USA“.

L’Europa ha dato timidi segnali di ripresa l’anno scorso, ma Edwards dice che gli sforzi della Banca Centrale Europea di svalutare l’euro e favorire la crescita verranno azzerati in caso di nuova recessione. “Se l’economia globale torna in recessione, sull’euro cala il sipario“.

Paesi come la Francia, la Spagna e l’Italia non accetteranno un nuovo aumento della disoccupazione dovuto a un’altra recessione, ha detto. “Quale disastro sia stato l’euro è ben chiaro: un’arma letale in favore dell’economia tedesca“.

Gli avvertimenti di Edwards giungono nel momento in cui il mercato azionario ha un attimo di tregua dopo l’ondata di vendite che è iniziata con l’anno nuovo. L’indice FTSE 100 è cresciuto di 57 punti, chiudendo a 5.929, mentre il Dow Jones Average è salito di 10 punti a New York.

L’umore nei mercati azionari è stato aiutato dall’intervento della Banca Popolare Cinese, che è intervenuta a sostegno dello yuan, che ha fatto si che la moneta cinese si rivalutasse.

Ma la discesa dei prezzi del petrolio continua, con l’indice Brent del greggio sceso di un ulteriore 3,5 percento, chiudendo a 30,45 dollari a Londra [dati riferiti a martedì 12 gennaio, NdT]. Il petrolio non era sceso a 30 dollari dal 2003.

Edwards ha scherzato sul fatto che, dopo anni in cui era tendenzialmente una voce solitaria, ora altre istituzioni stanno diventando pessimiste sulle prospettive globali.

Ha fatto riferimento al consiglio dato dalla Royal Bank of Scotland, che ha avvertito del fatto che gli investitori dovranno affrontare un “anno da cataclisma” in cui i mercati azionari potrebbero crollare fino al 20 percento, e il prezzo del petrolio potrebbe scendere a 16 dollari al barile.

In una nota ai suoi clienti la banca ha detto: “Vendete tutto tranne i titoli di eccezionale qualità. Ora è importante recuperare il capitale, non gli interessi sul capitale. In una sala affollata, le porte d’uscita sono piccole“. Ha affermato poi che la situazione attuale ricorda quella del 2008, quando il crollo della banca d’investimenti Lehman Brothers portò all’esplodere della crisi finanziaria globale. Questa volta il punto di rottura potrebbe arrivare dalla Cina, sostiene la Royal Bank of Scotland.