“Nella fase attuale non è possibile. Sarebbe anche un grave errore. Americani ed europei scommettono tutto sulla stabilizzazione del Paese”: il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un’intervista al quotidiano Le Figaro, risponde così a una domanda su un eventuale intervento militare della coalizione in Libia. Gentiloni dice di “non vedere alternativa” alla formazione di un governo di unità nazionale che contribuisca alla stabilizzazione del Paese. “Ogni altra prospettiva – avverte il ministro – sarebbe molto pericolosa per la Libia e per la comunità internazionale”.
“Possiamo contenere la minaccia terroristica in diversi modi ma non esistono altri mezzi per stabilizzare il Paese e per avviarne la ricostruzione”, afferma Gentiloni tornando ad insistere sulla necessità di un governo di unità nazionale. “Se tra qualche mese bisognerà prendere atto con amarezza che i libici hanno rinunciato a questa prospettiva – aggiunge sulle colonne del Figaro – allora certamente dovrà nascere una coalizione internazionale anti-Isis come in Iraq o in Siria. Ma, insisto, non è all’ordine del giorno, ne’ oggi ne’ domani. Farlo significherebbe ammettere che gli sforzi libici sono destinati al fallimento. Se dovessimo intervenire contro il terrorismo lo vorremmo fare su richiesta di un governo libico, per sostenerlo”. Nell’intervista il titolare della Farnesina sottolinea anche che “non dobbiamo sottovalutare” la minaccia.
Ma nemmeno “descrivere la Libia come una provincia dell’Isis”. ANSAMED