I prezzi del petrolio continuano a cadere, con il barile finito appena sopra a quota 30 dollari, a nuovi minimi da oltre 12 anni a questa parte, mentre il presidente dell’Opec – che resta divisa – prevede una riunione di emergenza a inizio marzo. E intanto continuano a moltiplicarsi le previsioni pessimistiche per il settore. Ultima Morgan Stanley, che come aveva già fatto nelle passate settimane un’altra banca d’affari Usa, Goldman Sachs, pronostica un barile in possibile caduta a quota 20 dollari.
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Nel corso degli scambi dell’after hours, il West Texas Intermediate è sceso fino a 30,41 dollari sui minimi dal dicembre del 2013, successivamente ritraccia a 31,06 al barile, comunque in calo di 35 cents rispetto alla chiusura di ieri. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord è sceso fino a 30,43 dollari, minimo dall’aprile 2004, e a mattina inoltrata Europa si attesta a quota 31,42, in calo di 13 dal fixing precedente.
Da molti mesi l’oro nero accusa forti ribassi a riflesso del persistente eccesso di offerta sul mercato, legato a doppio filo con l’indebolimento della crescita economica in molti grandi Paesi emergenti, a cominciare dalla Cina. E si tratta di una situazione sulla quel fino ad oggi l’Opec non ha mostrato la capacità, né la volontà, di intervenire con tagli all’offerta. Il presidente del cartello, il nigeriano Emmanuel Ibe Kachikwu, ha però ricordato che era stato concordato di esaminare un possibile vertice di emergenza, che si potrebbe svolgere a inzio marzo, se il barile fosse calato a 35 dollari. (askanews)
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