Non è uno scherzo. Da tempo denunciamo che la perversione xenofila si è impadronita di quel poco di cervello che albergava in alcuni soggetti ideologicamente devastati. Oggi abbiamo la conferma che la situazione è forse piu’ grave di quanto immaginavamo, a meno che queste persone non siano abilmente manipolate o pagate per scopi torbidi e malsani.
Roma. Come fa notare Giulio Meotti sul Foglio, non c’è momento più edificante per indire un World Hijab Day, la Giornata mondiale del velo islamico, mentre si contano decine di donne di Colonia molestate a Capodanno e migliaia di yazide che ne hanno festeggiato un altro in cattività sessuale. UN AUTENTICO INSULTO.
E’ stato sospeso perfino il capo della Polizia della città tedesca, dopo circa 400 denunce, tra stupri e molestie, per le quali la maggior parte degli indagati sono musulmani richiedenti asilo (finti profughi, diciamolo pure) e persone che si trovano in Germania in situazione illegale.
In tutta risposta a questo schifo, il 1° febbraio “donne di tutte le fedi e orientamenti” si copriranno con il chador per denunciare “l’islamofobia”. Da non credere.
Femministe che si velano, pur di non alzare il velo sul sabba di Colonia e i crimini sessuali nell’islam, come quando la “primavera araba” portò con sé i test della verginità al Cairo. La sezione “Feminism” del Guardian, una sorta di bibbietta rosa, a oggi non ha una sola riga su Colonia. Laurie Penny, femminista e firma di New Statesman, twitta: “Sono stanca dei razzisti che si curano dei diritti delle donne quando c’è da biasimare i musulmani”.
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Questa ennesima “giornata mondiale” insensata non è organizzata da femministe, ma da una fanatica islamica immigrata dal Bangladesh a NY, tal Nazma Khan (il cognome non è molto islamico) afferma che le donne islamiche indossano volontariamente (!) quel copritutto (o quasi) per “modestia” dunque le non mussulmane sarebbero “immodeste”. Il tutto con l’approvazione della stampa di regime, dalla bbc al Fuffingtonpost
Molte organizzazioni (ma che rappresentano pochi) supportano questa “giornata” un giretto su worldhijabday.com per avere delle sorprese, ma in fondo, i capi di queste organizzazioni e pure la Sig. Khan devono pur guadagnare senza lavorare.
Siamo al di là del grottesco;forse solo Kafka avrebbe potuto concepire simili contorsioni etico-mentali!