Sui social media arabi gira un video che mostra una decapitazione in Siria, ma non si tratta di uno dei tristemente famosi – e frequenti – filmati di morte postati in rete dai jihadisti dello Stato Islamico. La novità, inquietante, è che sia la vittima che i carnefici appartengono entrambi a gruppi della cosiddetta opposizione “moderata” al regime siriano.I carnefici si identificano infatti come membri di “Ahrar al Sham”, gruppo islamista dell’opposizione siriana, e indicano la loro vittima come “mercenario” al soldo dell’Esercito libero siriano, ala militare della Coalizione siriana.
Entrambe le sigle lo scorso mese di dicembre hanno sottoscritto la “Dichiarazione di Riad”, in occasione della riunione voluta dall’Arabia saudita e che ha fruttato la formazione di una delegazione che dovrebbe intavolare i colloqui con il regime del presidente Bashar al Assad verso una soluzione politica del conflitto in corso in Siria da quasi 5 anni. In realtà, la collocazione di Ahrar al Sham fuori dalle liste delle organizzazioni radicali con cui la Comunità internazionale non può interloquire ha sollevato varie polemiche. E la Russia li considera de facto terroristi.
Nel video, postato due giorni fa su Facebook da Bave Jamil Kobani, attivista curdo-siriano un uomo viene fatto inginocchiare, circondato da militanti armati su una strada di un luogo imprecisato della provincia di Aleppo nel Nord della Siria.Uno degli aguzzini legge in arabo un comunicato nel quale afferma che “Nel nome di Allah il misericordioso il movimento di Ahrar al Shaam (“Gli uomini liberi della Grande Siria”) eseguirà al Qassas (“Punizione con la morte”) di uno dei mercenari di Mahmoud Jamal”.
Mahmoud Jamal è il capo di “I Ribelli della Siria”, un gruppo minore che fa parte della Coalizione nazionale siriana dell’opposizione moderata al governo di Bashar al Assad.Poi al grido di “Allah akbar” (“Dio è grande”) l’uomo con le mani legate dietro la schiena viene brutalmente fatto sdraiare per terra e tenuto fermo da un militante con il volto coperto.
Le sequenze del filmato vanno avanti con il disumano rito del taglio della gola, fino a quando non viene staccata la testa dal corpo. A questo punto l’aguzzino alza in cielo la testa della sua vittima come un trofeo.Quando è stato costituito nel 2011, Ahrar al Sham, contava su 25 brigate, poi circa 60 nel 2012, come attesta lo stesso gruppo sul proprio sito web. La formazione è presente principalmente nella provincia di Idlib a ridosso della frontiera turca. Nel suo primo comunicato, ha indicato come obiettivo quello di rimpiazzare il governo siriano con uno Stato islamico.I componenti del gruppo sono salafiti jihadisti altri gruppi ribelli laici. Secondo molti analisti, questo gruppo jihadista riceve la maggior parte dei suoi finanziamenti da donatori del Golfo, in special modo Arabia Saudita e Qatar.Il 22 dicembre 2012, è stata annunciata la nascita di una nuova organizzazione di resistenza armata contro il regime di Assad, chiamata Fronte Islamico Siriano. Un fronte composto da 11 sigle la più importante fra queste è appunto Ahrar al Shaam.Lo scorso 10 dicembre, 100 rappresentanti dell’opposizione siriana dopo due giorni di discussione avevano sottoscritto un documento nel quale annunciavano la propria partecipazione a trattative di pace con il regime di Assad. Documento, che dopo una iniziale resistenza, venne regolarmente firmato dal rappresentate all’incontro del movimento Ahrar al Sham. (askanews)