C’è un serio problema di sicurezza dietro l’intenzione del ministero della Salute di chiudere i molti punti nascita italiani con meno di 500 parti all’anno. Lo sostiene lo studio Comitato percorso nascite nazionale che contiene un mini-dossier per ciascuna regione.
Lo scopo ministeriale è quello di superare le resistenze alle chiusure – in tutto 98 – soprattutto nelle comunità più piccole e nei territori disagiati. Solo una questione di costi e tagli alla Sanità? La scusa per la chiusura sarebbe quella di dare le massime garanzie per la salute delle donne e dei bambini, cosa difficile in strutture sottodimensionate che non possono garantire ostetriche, ginecologi, pediatri ed anestesisti presenti 24 ore su 24.
Sulla chiusura punti nascita ad esempio, i sindaci dei comuni delle Madonie avevano chiesto al Ministro Lorenzin di rivedere la decisione di sopprimere il punto di Petralia Sottana, in considerazione degli oltre 75 km che le partorienti dovranno affrontare per andare a Termini Imerese.
L’altro tasto dolente premuto dal dossier ministeriale, sempre allo scopo di risparmiare a qualunque costo, anche a costo della vita di mamme e bambini, è quello dei parti cesarei. In Italia la percentuale sui parti naturali è del 36,7%, dato che sale al 57% se a partorire si va in clinica. E qui forse pesa la questione die rimborsi che il Ssn deve alle strutture private: più cesarei significa rimborsi più alti. Il ministero dice che la percentuale non dovrebbe andare oltre il 15%.
Per evitare i costi del cesareo – si mettono quindi in travaglio donne con febbre alta ed il feto già morto che poi ci lasciano la vita
Donne morte in gravidanza: cinque casi in una settimana
Cinque mamme morte per parto e tutte in piccoli ospedali. Ma ministro trovi altre scuse per giustificare i tagli che “DEVE” fare !!! È più facile morire nei grandi ospedali, dove, sei non sei ministro o qualcosa del genere, sei un numero. Onestamente ministro senza meriti…e capacità, è meglio far fare in ambulanza 100/150 km. In strade di montagna per andare a partorire, se arriva in tempo, in grandi ospedali piuttosto che in piccoli ospedali, ma molto più vicino…che ne dice, signor ministro?