Piu’ di trenta insegnanti operanti nella provincia irachena settentrionale di Ninive, attualmente sotto il controllo dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh), sono stati fermati e arrestati nelle ultime ore per essersi rifiutati di seguire i nuovi programmi d’istruzione imposti dai jihadisti nelle scuole della regione. La notizia degli arresti dei professori “ribelli” e’ stata riferita da fonti locali a media curdi che monitorano il nord dell’Iraq, come l’Agenzia Ara News.
Gli insegnanti fermati saranno sottoposti al giudizio del tribunale islamico istituito dal regime jihadista, che in Iraq ha la sua roccaforte a Mosul. L’organo giudiziario potra’ disporre la sostituzione dei docenti arrestati con insegnanti piu’ docili e allineati nei confronti dell’autoproclamato Califfato islamico.
Dopo la conquista di Mosul e l’insediamento dello Stato Islamico, i militanti del Daesh si sono applicati con decisione a modificare i programmi scolastici per trasformare gli istituti d’istruzione in altrettante basi per l’indottrinamento jihadista delle giovani generazioni. Dalle aule della regione sono state bandite le lezioni di filosofia, chimica, biologia e matematica, rimpiazzate da corsi sulla Sharia e la jihad.
Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i musulmani sono jihadisti
Come riportato dall’Agenzia Fides, gia’ all’inizio dell’anno scolastico 2014/2015, le scuole di Mosul e della Piana di Ninive che portavano nomi cristiani avevano dovuto cambiarli, e nei programmi di studio di ogni ordine e grado era stato abolito l’insegnamento della lingua e della cultura siriaca e quello dell’educazione religiosa cristiana. La rivolta degli insegnanti viene comunque letta dagli osservatori come un segnale eloquente dell’insofferenza della popolazione verso il regime dell’auto-proclamato Califfato. AGI