La responsabilità dell’occidente nell’aver sottovalutato la storia, la religione e le mire espansionistiche dei Governi fondamentalisti islamici ha prodotto ambiguità, confusione, ipocrisia, divisioni e ancor peggio una sottile inconscia paura del terrore nella psicologia degli europei. Sentimenti che scivolando impercettibilmente nelle profondità della psiche collettiva hanno dominato indisturbati in molti ambienti sociali e politici della Nostra civilissima Europa per troppi anni, almeno sin da quando le famose innocue vignette danesi spinsero gli islamici in Europa alla devastante rivolta urbana imitata in diverse altre città europee. Da allora si è assunto un atteggiamento di prudenza e talvolta reverenza nei rapporti con il mondo islamico fuori e dentro l’Europa.
Chi aveva compreso che tra Islam e Occidente c’era un gap incolmabile era stata la nostra Oriana Fallaci .
Avendo intuito i reali obiettivi degli islamici in Europa intendeva difendere i valori della terra nella quale era cresciuta con l’unica grande arma che conosceva: ‘l’arma dei pensieri espressi attraverso la parola scritta “… Quella stessa arma con cui combattevano anche i 12 giornalisti uccisi a Parigi sfidando la paura, le minacce, gli attentati. Oriana guardava il mondo dall’alto con quella conoscenza profonda che si arricchiva sempre più per aver viaggiato in paesi a rischio, per aver incontrato e parlato con sceicchi, uomini di Governo e uomini di guerra, per essere entrata nei meandri dello sciovinismo, della storia, e soprattutto nel cuore di quelle donne che ella nella sua emancipazione non poteva vedere sottomesse ai comandi di un maschilismo becero e violento.
Gli italiani che non hanno compreso il messaggio profetico di Oriana oggi dovrebbero chiederle scusa e ricordarla con lo stesso orgoglio con cui ella scriveva del suo paese e dell’Europa; ancor più il PD e il SEL che bocciarono il progetto di una via in onore di Oriana dovrebbero chiederle scusa per essere stati ciechi e sordi ai suoi appelli, per averla giudicata pazza visionaria, per averla offesa.
Per quasi 30 anni si è difesa la cultura e le abitudini islamiche contro quelle europee per non offendere bambini e adulti. E in nome di questa univoca difesa, abbiamo denigrato, insultato e messo ‘al rogo ‘ una giornalista che amava la sua Europa così tanto da volerla proteggere da eventuali attacchi futuri ritenendo che molti fossero sordi a quella verità che ora sta spalancando le sue porte con il terrore , con la violenza efferata, con il soffocamento della libertà di pensiero.
L’abbiamo derisa e spinto nella braccia dei fondamentalisti che le avevano preparato attentati e persino condotta in tribunale per aver semplicemente scritto la verità. Abbiamo rifiutato di onorare una donna coraggiosa che aveva affrontato i pericoli nelle zone di guerra mentre altre mediocri giornaliste sedute su una comoda poltrona di un salotto televisivo raccontavano quattro parole di sdegno sulla scrittrice . E quando nella sua prefazione ella scriveva di voler dedicare il suo libro ai tanti giornalisti, marines e soldati macellati e lasciati a pezzi nelle strade …a tutte le future vittime della ferocia islamica …. Scriveva anche : “La estendo ai nostri morti di Nassirya, ai soldati italiani che i professionisti del cinismo e della menzogna chiamano ‘truppe di occupazione’…. La estendo anche agli ottocentomila italiani che …. hanno comprato il mio libro e mi hanno letto alla luce del sole. Non nel buio delle catacombe, del vile silenzio che nasce dal terrorismo intellettuale, della paura con cui il nuovo fascismo dipinto di rosso o di nero o di verde o di bianco o di arcobaleno, lava i cervelli e spegne le coscienze. La estendo a chiunque in buona fede vegeti nella cecità, nella sordizie , nell’ignoranza, nell’indifferenza ma è pronto a svegliarsi per ritrovare un po’ di buon senso. Un po’ di ragione. Con la ragione un po’ di coraggio. Con il Coraggio, un po’ di dignità.
Che esista una grandissima ‘ferita’ di civiltà tra Europa ed Islam è un fatto indiscutibile poiché nessuno che abbia studiato un po’ di storia , potrebbe affermare che il mondo islamico ( non certo il mondo preislamico) sia stato attraversato dagli stessi movimenti di pensiero come quelli che hanno letteralmente rivoluzionato la forma mentis degli europei e la loro conseguente operosità in ogni campo delle attività umane: IL Rinascimento e l’Illuminismo , correnti che hanno traghettato l’Europa verso la modernità e la conquista delle libertà:. l’ uno forgiando gli animi degli europei con la grazia, la bellezza dell’arte e con la centralità dell’uomo rispetto a Dio, l’altro,spingendo l’uomo verso la razionalità come parte imprescindibile ed essenziale del suo agire e del suo pensare. L’illuminismo, infatti ha aperto la strada al riconoscimento dei diritti dell’uomo e delle sue libertà con le famose rivoluzioni : francese e americana, ma è stato anche il fondamento che ha permesso di limitare il potere politico religioso dei papi in Europa passando ad una più libera interpretazione del senso del divino . Passaggi e conquiste queste che nei paesi islamici non si sono ancora realizzati pienamente. Affermare questa verità, non significa porre la civiltà occidentale al di sopra di quella islamica come erroneamente si polemizza in caso di attacchi come quello verificatosi in Francia
Ma significa evidenziare le differenze culturali e soprattutto religiose che hanno contraddistinto due diversi modelli educativi nella formazione e nello sviluppo della personalità dei cittadini mediorientali e Europei. Questi modelli educativi e religiosi aderenti a filosofie diverse sarebbero responsabili dei diversi approcci alla violenza , alla punizione, alla condanna che nei paesi islamici è ancora di morte . Che la colonizzazione e il conseguente sfruttamento delle proprie ricchezze possa generare tanta rabbia da sfociare nell’odio e nella decapitazione selvaggia e indiscriminata di bambini e adulti di qualsiasi età sembra davvero poco credibile.
Ma che l’odio nasca dal fanatismo religioso potenziato addirittura con la invocazione ad Allah è un fatto reale ,folle e abominevole che sfocia verso il bestiale e il disumano. L’attentato ai giornalisti fatto con metodi più efficaci di una lama come il kalashnikov che permette l’annientamento repentino per la fuga successiva, era e rimane un atto di lucida follia generato dal fanatismo religioso dal quale gli uomini del terrore traggono la forza per commettere anche stragi a ripetizione . E’ molto più facile, infatti, uccidere in nome di un Dio quando addirittura questo comando lo si apprende dalle pagine di un libro sacro o quando, in virtù di questo insegnamento ci si libera del senso di colpa per i delitti commessi; quel senso di colpa naturale contro un fratello ucciso che sempre perseguita ogni uomo quando la coscienza ne reclama il perché.
Se c’è stato un islam culturalmente fiorente questo è da ricercarsi soprattutto nei secoli che vanno dal IX all’XI , quando, con l’invasione spagnola gli arabi furono influenzati dallo stile di vita e dalla cultura degli spagnoli allentando quegli stretti vincoli religiosi al punto che tra le donne islamiche si distinguevano comportamenti più sciolti sia nel vestire, nello scrivere e nel poetare. Dopo, quando gli stessi islamici furono ricacciati dagli spagnoli nelle loro terre , questi ripresero ad osservare le ferree leggi del corano e della sharia giunte intatte fino ai nostri giorni. Da dove altro trarrebbero i terroristi questa diabolica volontà di colpire senza essere attaccati se non da leggi radicate nei secoli ?.
Oggi assistiamo al fallimento di un pensiero politico che si è cibato di odio e di campanilismo, che ha difeso il burka delle donne in Europa e chiamato questa moda libertà e civiltà, che non ha alzato un dito contro la segregazione e la schiavitù di molte donne islamiche confinate entro quattro mura d’Europa per poi rimanere scioccati quando la notizia corre sui TG che qualcuna si è suicidata. Tutto questo perché non abbiamo la forza di guardare gli orrori con gli stessi occhi e lo stesso pensiero di condanna. Solo quando siamo uniti possiamo lottare per la nostra libertà ma anche per quella delle altre donne e degli altri uomini. La Fallaci una lezione ce l’ha lasciata: combattere con la forza della ragione e il coraggio della parola.
Elena Quidello — per internationalpost.org
Grande Oriana!