“Prendo atto di una decisione espressa da una corte marziale di bit, ma non condivido”.
Così il sindaco di Gela Domenico Messinese commenta la notizia della sua espulsione dal Movimento 5 Stelle. Un’espulsione arrivata ieri sera e comunicata attraverso una nota del M5S Sicilia: “Messinese – si legge nel comunicato – è venuto meno agli obblighi assunti con l’accettazione della candidatura e si è dimostrato totalmente fuori asse rispetto ai principi di comportamento degli eletti nel Movimento”.
Il primo cittadino di Gela ha fatto sapere di non avere intenzione di appellarsi “a nessun organo di secondo grado interno solo perché a noi pentastellati o ex pentastellati non è permesso, ma le motivazioni di quella che è solo l’ennesima esecuzione di piazza sono degne di un’altra storia della colonna infame ispirata ai giorni nostri”. Fra le accuse rivolte a Messinese il non aver provveduto al taglio del proprio stipendio, l’aver avallato l’accordo con Eni e aver accettato la riconversione degli impianti per la produzione di olio di palma.
“Addurre dall’alto per un sindaco di un grosso centro la decurtazione dell’indennità di carica, non inserita nel programma elettorale, ha la stessa coerenza di una regola francescana teorizzata da Rockefeller” dichiara Messinese e per quanto riguarda il protocollo d’intesa con Eni aggiunge: “Qualcuno informi i miei giudici politici che il mio predecessore, vero firmatario del documento, ha forse dubbi sulla sua identità nel Pd ma non è di certo iscritto al M5S”.
Il primo cittadino di Gela parla di “rammarico per imputazioni strumentali sulle quali, non solo io, conservo la mia idea ma non la diffondo per rispetto”. Alla “gara rancorosa” degli attacchi mediatici “di alcuni portavoce estremisti in cerca di popolarità”, Messinese oppone “il silenzio a favore di tutti gli altri amici, la gran parte, del Movimento: dalle figure istituzionali che in queste ore mi sono state vicino agli attivisti di frontiera dei quali continuerò ad onorare la fiducia che mi hanno tributato, con la presenza anche in giunta. Con l’auspicio – aggiunge – che anche loro non vengano raggiunti da un’espulsione che prenda spunto dal loro indice Ise o dall’alimentazione delle loro caldaie”.
Messinese rassicura quindi “gli improvvisati bookmakers” sulla sua identità partitica. “Non permetterò a nessuno – dice – di mettere il cappello sull’attività amministrativa che sto conducendo in nome di una città che, ahimè, riesce a ritagliarsi più spazio per le beghe di partito rispetto ai drammi che vive da anni”. “Se il governo finalmente farà la sua parte – conclude – come sollecitato costantemente da noi, non esiterò a dire grazie con l’onestà intellettuale che continuo a custodire gelosamente nel mio bagaglio umano, prima che politico”. adnkronos
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