Sulle inferriate e sugli arredi urbani che dividono le aiuole dalla strada, sui resti archeologici dell’impero di Traiano, sul mantello della statua di Giulio Cesare. Ai Fori Imperiali, il guano è ovunque. “Ma perché non puliscono?”. La domanda è di una bimba di 10 anni in visita nell’area monumentale con lo zio, che poi diffonde il brevissimo aneddoto sui social insieme alle foto della sporcizia. “Non ho saputo cosa risponderle”. Perché la patina di escrementi non risparmia neanche i gioielli dell’Unesco. E all’Ama che sbandiera i suoi “cinquemila interventi di pulizia da novembre” tocca scontrarsi con l’evidenza.
Tra falchi a metà novembre, pulizie a tappeto due settimane dopo, dissuasori acustici a dicembre, quella degli storni sembra essere una battaglia persa. Nulla può contro l’emergenza che assedia la città da settimane. Dai ponti al lungotevere, da Ostia alle periferie, la patina di guano ricopre carreggiate, banchine, marciapiedi, rendendo impossibile la vita dei centauri e poco piacevoli le passeggiate dei turisti, costretti ad ammirare Roma col naso all’insù ma tappato e magari con l’ombrello aperto anche se non piove da settimane. Un pessimo biglietto da visita fin dall’uscita della metro Colosseo, con i Fori Imperiali invasi.
Dallo stesso Campidoglio la tirata d’orecchie all’azienda prima di Natale, con il sub-commissario De Milato (delegato all’Ambiente) che ha incontrato i vertici: “Nonostante gli sforzi la criticità continua a persistere a causa della presenza eccezionale di storni”. Tanto eccezionale che per la prima volta la vigilia di Natale i vigili urbani hanno ordinato la chiusura di un chilometro e mezzo di lungotevere, da ponte Garibaldi alla Farnesina.
E così anche il guano trova posto nel racconto di una città stremata, sempre più spesso oggetto di polemiche e dichiarazioni bomba, esempio di abbandono e di malgoverno, o meglio, di un governo che non c’è. Un esempio fra tanti le parole avvelenate dell’ex sindaco Marino, che tuona in un’intervista all’Huffington Post: “Siamo all’impraticabilità da guano di Matteo Renzi, che è assai più maleodorante della neve di Alemanno”. La stessa giunta Marino, in carica fino a fine ottobre, però non aveva predisposto i bandi per un’emergenza che ormai si rinnova di anno in anno. Nessuna colpa da parte dell’ex sindaco o dei suoi assessori. Il Dipartimento responsabile è tra quelli bloccati da Mafia Capitale e tutti i bandi procedono a rilento. Insomma, altro che “super eroi, soldi statali, e città pulita”. Per la prima volta, Roma chiude per guano.