La riserva frazionaria, un attentato alla democrazia?

Il referendum svizzero mi da lo spunto per tornare su un tema a me molto caro. Quello dell’attività creativa di moneta da parte delle banche commerciali.

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Per chi ancora non lo sapesse, in realtà capita più spesso di quanto si possa credere, le banche commerciali all’atto del prestito non utilizzano moneta propria, ma creano letteralmente moneta dal nulla. Spiego meglio. Se un qualunque cliente chiede centomila euro di mutuo la banca non li prende da un proprio conto, ma li accredita direttamente al cliente segnando come passività nel bilancio la moneta emessa. Appunto crea moneta. Solo l’1% della moneta creata deve rimanere sotto forma di deposito presso la bce in appositi conti (cd. riserva obbligatoria).

Questo meccanismo, solo parzialmente disciplinato nel regolamento di bce 1745/2003, non ha basi normative di alcun tipo. Ovvero nei nostri ordinamenti non esiste alcuna legge dello Stato che autorizzi le banche private alla creazione di moneta. Tale problematica è arrivata all’attenzione dei media proprio in questi giorni in virtù del citato referedum svizzero che punta specificatamente ad abolire la riserva. In particolare, in quella che a mia memoria è la prima volta in assoluto, si è espressamente detto sui media, parlando della Svizzera, che tale procedura avviene per prassi e senza una norma che consenta tale attività.

Non si può negare l’utilità della riserva frazionaria, anche considerando che quella emessa in questo modo è oltre il 90% della moneta circolante. Tuttavia ci sono evidenti criticità e molteplici dubbi di legittimità, non solo costituzionale ma anche penale, che questa prassi crea.

In primo luogo pare immediatamente assurdo che gli Stati debbano contenere la spesa pubblica e non possano approvvigionarsi di moneta in virtù di parametri risibili rispetto a quelli delle banche commerciali. Uno Stato deve avere un debito non più alto del 60% del pil. Le banche, con questo meccanismo, hanno un debito estremamente maggiore, appunto la riserva è solo all’1% delle passività! Questo evidenzia ancora una volta quanto quella di smantellare le nazioni per eccesso di debito sia una scelta e non certo una necessità. Anche perché basterebbe dare alle nazioni il potere di emettere moneta per risolvere il problema.

Partendo da questo ragionamento si entra anche nel tema inflazione. Se oltre il 90% della moneta è così creata dalla banche commerciali, è chiaro che lo Stato, creandola per la spesa pubblica, inciderebbe comunque solo marginalmente sull’inflazione. Anche qui si evidenzia la malafede intrinseca di chi chiede politiche di austerità alle nazioni dicendo che se si spendesse di più poi servirebbero le cariole (peraltro il QE di Draghi ormai ha reso palese, ad ogni individuo sano di mente, che la stampa di moneta non crea automaticamente inflazione).

Ulteriore riflessione d’obbligo è poi quella circa l’evidente illegittimità di una creazione monetaria non espressamente autorizzata da alcuna norma di legge. Le banche si comportano per prassi come falsari. L’eccezione di nullità dei contratti di mutuo e la carenza di legittimazione della banca a richiedere indietro denaro “falso” paiono ipotesi assolutamente realistiche, ipotesi che il referendum svizzero oggettivamente rilancia ammettendo che le norme che autorizzano tale meccanismo non esistono (ma allora perché referendum? Se le norme non esistono siamo davanti ad un fatto illecito).

Fino qui tanti “complottisti” saranno contenti o molto contenti per quanto ho scritto. Ma c’è un “però” evidente che in Svizzera non hanno considerato chiedendo, sic et simpliciter, l’abrogazione della riserva. Ovvero essa serve e anche molto all’economia!

I prestiti per consumi ed investimenti aumentano la domanda aggregata, almeno fino a quando le banche espandono la moneta. Se infatti smettessero di erogare credito, visto che ogni prestito impone il pagamento di interessi, creerebbero una violenta crisi economica, anche perché è ovvio che gli interessi non esistono in natura, serve altra moneta per ripagarli. Se i rubinetti si chiudono le insolvenze sono un fatto di matematica spiccia.

L’attuale crisi parte dall’eccessiva tassazione che gli Stati hanno eseguito per rispettare i parametri di deficit imposti dall’UE. Le tasse hanno inciso sui consumi creando insolvenze. Le banche a quel punto hanno chiuso i propri rubinetti facendo si che nessuno mettesse più moneta nell’economia. La rarefazione monetaria ha portato ad una spirale negativa che potrebbe essere invertita solo se lo Stato tornasse al suo ruolo, stracciando i vincoli bilancio e rilanciando i consumi attraverso l’iniezione di liquidità tramite la spesa pubblica o la riduzione del peso fiscale, o anche con entrambe. Anzi certamente con entrambe visto che l’attuale livello di tassazione è folle.

Ferma l’utilità della riserva dunque occorre anche dire che essa rappresenta un potere oggettivamente immenso, qui mi trovo nuovamente d’accordo con i “complottisti”, che spesso andrebbero ascoltati con molta più attenzione visto che hanno quasi sempre ragione, pur non avendo, talvolta, la capacità di spiegare adeguatamente certi concetti. Se si chiudono i rubinetti si fanno saltare intere nazioni e comunque il vantaggio di chi può creare moneta su ogni altro operatore economico è oltremodo evidente. Fa davvero ridere che l’UE pensi (è malafede ovviamente) che siano gli aiuti di Stato a distorcere i mercati…

Cosa prevede la nostra Costituzione in merito al credito? Essa prevede, ai sensi dell’art. 47 Cost, che la Repubblica lo debba controllare, coordinare e disciplinare. Ergo lo Stato dovrebbe sempre mantenere il controllo sulla quantità di moneta immessa nel sistema e sul relativo costo anche se sono i privati a crearla. Attenzione per Stato si intende chiaramente la democrazia, questo è il punto!

Tuttavia ritengo che anche sotto il controllo pubblico non sarebbe comunque accettabile che un privato possa arricchirsi con un’attività così semplice. Prestare soldi che non si hanno. Così potrei anche io aprire una banca domani ed avere enormi profitti. È qualcosa di aberrante. L’aberrazione diventa ancora più evidente se si considera come sia nato l’istituto.

Nei secoli passati i gioiellieri, che ricevevano in deposito oro, “compresero” che si poteva tenere a disposizione dei clienti solo una piccola parte di quello effettivamente ricevuto in deposito, perché i nuovi depositi di metallo prezioso superavano i prelievi e solo di rado accadeva l’opposto. Per affrontare quest’ultima evenienza, i gioiellieri tenevano parte dell’oro ricevuto come riserva, usando la restante quota di oro per i loro fini speculativi.

Se ci ragionamento un secondo è come se il vostro amministratore di condominio, visto che i suoi condomini pagano regolarmente il preventivo per spese che tuttavia non avvengono subito ma nei mesi successivi, utilizzasse per fini personali i vostri soldi. Per speculare e trarne utili ed, a profitto conseguito, restituire quanto necessario alle spese del condominio. Se un amministratore ci provasse e fosse scoperto sarebbe condannato per appropriazione indebita, anche qualora restituisse i soldi. Le banche fanno regolarmente questo eppure sembra la cosa più normale del mondo poiché l’illecito, palese, ha finito con l’agevolate lo sviluppo economico. Surreale ma la riserva frazionaria è tutta qui.

Il punto qual è quindi? Dove sbaglia la Svizzera? La riserva non va abolita, serve! Deve essere abolito il concetto di banca privata, non deve e non può esistere. La moneta per consumi ed investimenti deve essere prestata da istituiti di credito interamente di proprietà dello Stato che otterrebbe anche enormi profitti per tale attività assolutamente priva di rischio d’impresa.

Anche perché se ci pensate, se si consegna ad un privato il potere di creare moneta esso diventerà così forte, che in poco tempo tradurrà la propria attività di lucro in vera forza politica. Questa è semplicemente la nostra storia recente. La riserva frazionaria ha minato le nostre democrazie perché esse sono deboli contro le forze dei mercati. Ma è una debolezza che non discende da fattori fisici o naturali, dipende unicamente da scelte illecite di governati collusi.

Ora se qualcuno riesce a trovare argomenti seri per controbattere ne sarei piacevolmente sorpreso. Ma so benissimo che al massimo potrà arrivare qualche becero insulto. Non esiste alcuna ragione per mantenere i piedi questo sistema, questa è l’unica, amarissima, verità.

Avv. Marco Mori