Causando la disperazione dei familiari, un tribunale thailandese ha condannato a morte i due immigrati del Myanmar giudicati colpevoli dell’assassinio di due turisti britannici.
Il verdetto soddisfa invece i parenti delle vittime. Michael Miller, il fratello del ragazzo ucciso,ha rilasciato una dichiarazione:
Dopo una partenza difficile, siamo convinti che la polizia abbia condotto un’inchiesta metodica e approfondita. Avendo considerato attentamente tutto quanto è stato rilevato e nonostante quanto dicano i loro avvocati, è nostra opinione che le prove contro Wai Phyo e Zaw Lin siano assolutamente inconfutabili.
Eppure molti dubbi sono stati sollevati sullo svolgimento dell’inchiesta. Intanto sull’attendibilità dei test sul Dna dei sospetti. I condannati, poi, avevano sì confessato, ma successivamente avevano ritrattato, sostenendo di aver parlato sotto tortura.
Andy Hall, uno dei loro legali, spiega: “Riteniamo che le prove presentate siano incomplete e raccolte in modo non conforme. Intendiamo impugnare la sentenza e andremo fino alla Corte Suprema, se necessario. Noi difensori siamo certi che, se condotto secondo giustizia come si conviene a uno Stato di diritto, il prossimo processo si concluderà a favore dei nostri assistiti.”
Hannah Witheridge e David Miller, due giovani turisti inglesi rispettivamente di 23 e 24 anni, erano stati ritrovati morti su una spiaggia dell’isola di Koh Tao nel settembre del 2014.
La ragazza era stata violentata e poi uccisa a bastonate, il ragazzo era morto per i colpi alla testa.
Dopo settimane di tentennamenti e accuse di incompetenza per l’incapacità a risolvere il caso, la polizia aveva arrestato i due migranti, i colpevoli ideali, secondo i difensori, che hanno messo in evidenza le irregolarità dell’inchiesta. EURONEWS
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