“Cinque anni di carcere a chi festeggia il Natale”. Il sultano del Brunei Hassanal Bolkia ha deciso che anche quest’anno, nel piccolo stato del Borneo, il 25 dicembre si dovrà rispettare la legge coranica: “Niente croci o addobbi sugli alberi”. Se fuori dalla sua nazione Hassanal Bolkian ama i lussi occidentali e per questo è spesso a Londra, al rientro in patria il sovrano si rivela più intransigente sulla sua religione.
Dopo aver reintrodotto la sharia nel 2014, il sultano del Brunei a gennaio aveva annunciato che avrebbe bandito i festeggiamenti natalizi nel 2015. E infatti quest’anno, come riporta il Daily Telegraph, il 25 dicembre i cittadini non potranno “indossare simboli come croci, accendere candele, addobbare alberi di Natale, cantare inni religiosi o mandare auguri, montare decorazioni”. Chi non è musulmano potrà santificare la natività ma solo all’interno della propria comunità e dopo aver avvisato le autorità e aver spiegato cosa intendano fare.
Il ministro degli Affari Religiosi del Brunei, di cui circa il 65% della popolazione è di religione islamica, ha spiegato che il divieto di festeggiare il Natale è un modo per “preservare il credo della comunità musulmana”. Spesso, durante i festeggiamenti natalizi, bambini o anche adulti musulmani indossano cappelli da Babbo Natale e nella nota diffusa a gennaio si legge che “dovrebbero stare attenti perché queste celebrazioni non sono legate al’Islam e potrebbero danneggiare la loro fede”.
Che cosa è il Brunei >>>> “come una vacca da mungere virtuale per le operazioni occulti o palesi degli Stati Uniti”. Brunei è stato coinvolto in operazioni che “velatamente sostenevano i Contras del Nicaragua durante l’amministrazione Reagan e contribuiva al finanziare il Defense Fund I collegato alla CIA in Bosnia nel 1990, per il continuo flusso di tonnellate di denaro nella Fondazione di Bill Clinton e nella Biblioteca a Little Rock, in Arkansas.
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