Vuoi pregare? Devi chiedere il permesso alle femministe.
Bologna – Preghiera anti-abortista in San Giovanni in Monte: contestazioni delle donne antifasciste (sedicenti femministe) in via Santo Stefano.
I “No194” tornano in città e la questura ha assegnato loro il piazzale antistante la Chiesa di San Giovanni in Monte per la loro preghiera per la vita, contro la legalizzazione dell’aborto volontario e a favore del referendum abrogativo della legge 194.
Una ventina di persone si sono riunite per la recita del rosario e per ascoltare letture sul diritto alla vita “scortate” da un cordone di polizia. In via Santo Stefano invece è andata in scena la solita sguaiata contestazione delle femministe “Mujeres libres”, il collettivo nato nel 2007, scimmiottando il movimento anarchico omonimo nato in Spagna nel 1936 per la liberazione delle donne e la rivoluzione sociale.
Gli slogan sono sempre gli stessi, vecchi e rabbiosi come quelli di chi ormai non ha piu’ niente da dire.
“Nè stato nè Dio, sul mio corpo decido io“. (Tanto pagano i contribuenti)
“nessuna piazza agli anti-abortisti, ogni donna sceglie per sè“, (grande tripudio della democrazia) eccc….
Abbiamo speso 20 miliardi di euro per campagne pro-gay e aborto
A giugno 2015 il Pd di Bologna si schierò contro gli antiabortisti scrivendo addirittura al prefetto Ennio Mario Sodano e al questore Ignazio Coccia perchè la manifestazione fosse vietata. Secondo il Pd, si tratta di una manifestazione “fortemente provocatoria”, che “offende la cittadinanza” e che veicola “espressioni di intolleranza”.
Il presidente e fondatore del comitato “no194″ Pietro Guerini rispose così al Pd bolognese. “Sono allibito dal comportamento del partito del presidente del consiglio – sottolinea Guerini – questo tentativo di censurare una manifestazione pacifica come la nostra è tipico di un atteggiamento stalinista, radicato in tutti i partiti di sinistra. Cosa c’è di democratico?”.
Non ho visto ne sentito nessuna “femminista” protestare per l’utero in affitto.