Misure di sicurezza straordinarie, tiratori scelti appostati sui tetti dei palazzi intorno al palazzo di Giustizia, elicotteri che dall’alba sorvolano su Sassari, per la prima udienza del processo a carico degli undici cittadini pakistani arrestati lo scorso aprile a Olbia e in diverse parti d’Italia, accusati di aver costituito una cellula di Al Qaeda con base nel capoluogo gallurese. Tutti gli imputati erano presenti in aula.
A metà udienza nell’aula del tribunale si prega: alle 12,20 in punto gli undici imputati interrompono l’udienza, si rivolgono verso La Mecca e ripetono il rito quotidiano della preghiera islamica, infischiandosene del luogo in cui viene amministrata la giustizia e della stessa giustizia italiana. A questo punto i media sono stati allontanati per evitare testimonianze ufficiali dello scempio.
Se un Tribunale della Repubblica Italiana si ferma e fa allontanare i media perchè dei barbari accusati di terrorismo devono pregare, vuol dire questo Paese non è arrivato alla frutta, ma al kebab.