I risultati elettorali del 13 dicembre sicuramente daranno molta gioia a chi aveva temuto un cambiamento reale nella politica francese, visto che il Front National, nonostante il forte appoggio del popolo, non ha vinto in alcuna regione. Ciò è dovuto al realizzarsi dell’inciucio o, come preferiscono dire sui giornali, del “fronte repubblicano”, ma soprattutto ad un sistema elettorale programmato appositamente (1) per impedire che i partiti del popolo possano interferire contro le politiche europeiste ed antipatriottiche di (centro)destra e di sinistra (estrema). Si sono verificate persino delle scene grottesche, come quella dei comunisti e degli anarchici di Valenciennes che sono andati a tessere le lodi di Sarkozy nella sua sede di partito, pur di non vedere la reale alternativa all’oligarchia economica vincere le elezioni (2).
Se il trionfo dell’inciucio (spacciato per trionfo della democrazia) da una parte dimostra l’inconsistenza delle differenze tra i due partiti tradizionali, dall’altra dimostra come solamente gli accordini ed i magheggi elettorali possano aver impedito il trionfo di un partito autenticamente popolare, ma non spiega perché i due ladri di Pisa abbiano dovuto, specialmente il più rozzo e goffo di sinistra, annaspare ed unirsi per sconfiggere il FN.
Dopo la grande vittoria del FN alle elezioni regionali del 6 dicembre 2015, le varie sinistre si sono chieste come mai buona parte del popolo francese abbia votato per il partito “razzista”, “fascista”, “antisemita”, “omofobo” (e chi più ne ha più ne metta) di Marine Le Pen, il Front National. Alcuni hanno interpretato la consapevolezza della pericolosità dei nuovi “francesi”, unita alla presenza di “profughi” tanto desiderati dalla Merkel come Abdelhamid Abaaoud, come se fosse una ridicola paura, un semplice mal di pancia (130 morti sarebbero un mal di pancia?) che è stato abilmente sfruttato da chi vorrebbe iniziare una guerra civile (3). Ma siamo sicuri che solo elementi irrazionali possano spiegare il 27,73% dei voti del 6 dicembre, che seguono il 24,9% delle europee del 2014? Eh sì che non c’erano attentati da “mal di pancia” nel 2014…
I motivi sono ovviamente altri, motivi che a sinistra non vogliono essere pubblicizzati, per il semplice fatto che, in questo modo, persino i più gonzi capirebbero il tradimento radicale che la sinistra francese (e di quasi tutti quanti i paesi bianchi) ha compiuto nei confronti dei lavoratori francesi, e bianchi in genere.
È del 10 dicembre una dichiarazione razzista contro i francesi bianchi del candidato socialista a presidente alla regione Île-de-France. Parlando della sua concorrente al ballottaggio, la repubblicana Valèrie Pècresse (qui il candidato FN non avrebbe avuto possibilità di vincere), Claude Bartolone l’ha definita: “una candidata che difende la razza bianca” , una “versagliese” che odia i poveri di Saint-Denis (4). Per i socialisti, è una vergogna difendere la razza bianca, solamente le altre razze hanno il diritto di essere difese. L’accusa etnomasochista di Bartolone è tanto più vergognosa, se si pensa che il candidato socialista ama citare Tariq Ramadan, un saggista islamico svizzero di origine egiziana accusato di giustificare e provocare le violenze islamiste in Europa. Il riferimento versagliese è, invece, un’offesa nei confronti della candidata moderata, che ha la colpa di essere nata a Versaglia (Versailles), quindi di essere bianca, ricca e di odiare chiunque sia povero e con la pelle scura.
Bartolone, per cercare di difendersi dalle accuse piovutegli contro, ha cercato, in maniera alquanto ridicola, di farsi passare per la vittima, dicendo di essere stato chiamato “mafioso” (5). Invece è proprio Bartolone, pur con la sua aria da parvenu, insieme alla sinistra francese, ad odiare i francesi bianchi e poveri. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto, reso noto al grande pubblico dal sociologo Dominique Lorrain, che i poveri, ma finanziati statalmente, di Haute-Noues (Villiers-sur-Marne), abitato prevalentemente da immigrati, hanno il 20% in più di reddito dei poveri di Verdun, “colpevoli” di essere Français de souche, ossia francesi bianchi, e quindi ignorati. La stessa ricerca ha dimostrato che gli aiuti statali per i francesi d’origine straniera (meglio dire, africana, magrebina e vicino-orientale) di Haute-Noues sono stati 12450 € pro capite, mentre per i francesi poveri di Verdun sono stati a malapena 11,80 € pro capite (6).
Il razzismo antibianco della sinistra francese non si manifesta solamente negli aiuti economici divenuti sempre più preda dei francesi di seconda, terza, ennesima generazione più vogliosi di violenza che di integrazione, ma si manifesta proprio nelle giustificazioni che la gauche usa ogni qual volta bisogna spiegare, una volta di più, il motivo dell’ultima aggressione razzista contro i bianchi da parte dei beurs (francesi di origine magrebina ed araba) e dei blacks (francesi razzialmente neri).
Seppur il termine racisme anti-blanc fosse già noto al mondo intellettuale dal 1983, grazie a Le sanglot de l’homme blanc di Pascal Bruckner (7), il termine “razzismo antibianco” è noto al grande pubblico francese solamente dal 2005, ossia quando il giornalista di Le monde, Luc Bronner, ha denunciato le violenze razziste dei neri e degli arabi contro gli studenti bianchi alle manifestazioni organizzate dagli stessi studenti contro la loi Fillon, un tentativo di riforma scolastica. Mentre i francesi bianchi, i petits Français, come li chiamano spregiativamente i jeunes (8), manifestavano per i diritti di tutti gli studenti, i blacks ed i beurs se ne approfittavano per insultare, picchiare e derubare i ragazzi bianchi (9). La sinistra del tempo fu capace solamente di accusare la polizia di non essere intervenuta, ma ovviamente non ci fu una sola accusa della gauche contro i violenti. Lo stesso scenario si è ripetuto in occasione di tutte le rivolte delle banlieues, dalla più famosa del settembre 2005, a tutte le altre che si sono susseguite. Per la sinistra, i Français de souche non valgono niente, mentre i Français de branche non sono mai colpevoli di niente, ma sempre e solo vittime del razzismo dei francesi gaulois, degli identitari, di chi vota il Front National e soprattutto della polizia razzista.
Questi sono solamente alcuni esempi pratici dell’odio antibianco della sinistra francese, ma l’uscita di Claude Bartolone è lungi dall’essere la boutade di un candidato quasi certo della sconfitta (poi puntualmente avvenuta), è piuttosto il modo d’essere della sinistra contemporanea, non solamente di quella francese. Dopo la fine del comunismo nell’Est Europa, e la palese sconfitta della dittatura del proletariato, alla sinistra grassa e rossa rimase solamente l’utopia terzomondista per incattivirsi le simpatie dei giovani liberal che si credono acculturati e degli ex coloniali che iniziavano a votare. Il calcolo politico si basava sul fatto che i primi sarebbero stati l’élite culturale e politica della Francia, mentre i secondi sarebbero divenuti, nel giro di poche generazioni, la maggioranza della popolazione. Se ciò ha favorito la radicalizzazione razziale dei voti “di colore” a sinistra, però ha anche favorito lo spostamento del voto operaio al Front National, che divenne già in quegli anni il primo partito tra i lavoratori francesi (10).
Nonostante il rafforzarsi del Front National nel tradizionale elettorato di sinistra, i dirigenti socialisti e delle altre sinistre non solo non hanno mai pensato a cercare di recuperare questi voti, ma addirittura si sono sempre più fatti vanto di essere lontani dalle preoccupazioni della Francia profonda e lavoratrice (11). Nel discorso programmatico per le elezioni politiche del 2012, infatti, si vantavano di essere “la Francia di domani, più giovane, più diversa, più femminilizzata”, una Francia che ha abbracciato, dopo il maggio del ’68, i “valori” della tolleranza, della contraccezione, dell’aborto, del femminismo, della distruzione della famiglia tradizionale, delle aperture alle minoranze, dell’omosessualità e dell’Islam (come riescano a far convivere tutte queste cose, però, rimane un mistero), e si vantavano inoltre di aver abbandonato una classe operaia dipinta come disoccupata, precaria, senza identità e senza coscienza di classe, disadattata. In pratica, la sinistra dipinge gli operai come dei “perdenti” che si vogliono prendere la loro “stupida” rivincita dando i voti all’estrema destra, mentre la sinistra “vincente” punta sui laureati, sui giovani, sulle minoranze e sulle donne.
La boutade etnomasochista di Claude Bartolone ricorda le uscite di Jean-Luc Mélenchon, il capo del Front de gauche. Fra le tante che si potrebbero citare, eccone alcune: “Io non posso sopravvivere in mezzo ai biondi e con gli occhi azzurri[…] è al di là delle mie forze” ; “Provo orrore per gli abitanti della Normandia […] (dove) si parla una sola lingua […]” ; “La Francia delle campagne era straordinariamente arretrata, rispetto al Marocco delle città”, ma ne ha anche per gli stranieri bianchi: “I nuovi arrivati […] Chi se ne fotte? I lituani? Tu ne conosci uno? Io no!” e ne ha persino per gli arabi: “Ho comprato una casa in campagna per permettere ai miei bambini che abitavano nella XV circoscrizione di vedere le mucche invece degli arabi”. Peccato che il suo partito, invece, faccia in modo che i francesi poveri non abbiano questa possibilità di scegliere… I suoi idoli sono altri, molto più scuri: “Voi sapete subito di che si parla: dei nostri. Si vedeva. Primo, dal colore della pelle: dappertutto dominava assolutamente quel superbo marrone che mostra i più begli esseri umani” (12).
E per non dilungarci troppo, qui non citeremo altri politici famosi per il loro razzismo antibianco come Christian Taubira e Dominique Sopo, e nemmeno i nomi dei gruppuscoli di estrema sinistra che fanno del razzismo antibianco lo scopo della loro vita, ma non si può fare a meno di notare la bufera mediatica provocata da Thierry Lecoquierre, un medico “progressista” di Le Havre, quando su un importante sito di sinistra, Le nouvel observateur, ha pubblicato un esplicito invito a violentare le donne che votano il FN. L’ordine dei medici non ha potuto non aprire un’inchiesta contro di lui (13).
Con una sinistra che odia in maniera così profonda i francesi bianchi, perché questi ultimi dovrebbero votare a sinistra?
La sinistra accetterebbe, ma neanche tanto, come dimostra Bartolone, un voto alla destra moderata, con la quale la gauche, quando non può vincere, cerca di fare un fronte repubblicano, un fronte antipatriottico, contro il fronte nazionale. Queste teorie da “cordone sanitario” (un altro modo gentile per intendere l’inciucio antipatriottico), ma soprattutto i deliri antibianchi, se da un lato fanno piacere a Nicolas Sarkozy (14) ed a Charles Demouge (15), dall’altro non convincono diversi membri del partito ex-UMP come Jean-François Copé (16) e Nadine Morano (17). La Morano, per aver detto l’ovvia banalità che la Francia è un paese di razza bianca, ha dovuto ritirare la sua candidatura dalla regione Alsace-Lorraine-Champagne-Ardenne, tra i clamori della sinistra e la gioia di Sarkozy, anche a costo di perdere voti che sono poi finiti al Front National.
Se pensiamo che Claude Bartolone, nonostante la sua uscita, si sia dimesso da presidente dell’Assemblea nazionale (il parlamento francese) solo dopo la sua sconfitta ad Île-de-France, e non per la sua uscita razzista, né tantomeno per i suoi atteggiamenti da “padrino” e le sue malefatte parlamentari, mentre Nadine Morano è stata subito esclusa dalla candidatura solo per aver detto un’ovvietà “razzista”, è fin troppo facile capire il marcio nella politica francese tradizionale e la carica di rinnovamento mostrato dal Front National.
Il palese razzismo antibianco della sinistra e le contraddizioni della destra repubblicana sono certamente un aiuto per il FN, ma non sono sufficienti questi discorsi per capire in pieno il radicamento del partito patriottico francese. La trasformazione politica del Front National, dovuta all’elezione di Marine Le Pen, ha sconquassato i piani della gauche caviar e della droite républicain: il rinnovamento politico e la dédiabolisation messa in atto da alcuni mass media ha portato, da un lato, parte dell’elettorato moderato a sentirsi più vicino al FN, dall’altra la grande presenza femminile ha fatto sì che le donne che non sognano di essere sottomesse ai francesi di nuova generazione guardino con sempre maggiore interesse al FN (18); infine, sia le sempre maggiori violenze antibianche, sia la candidatura di persone giovani ed intraprendenti come Marion Maréchal-Le Pen, hanno fatto sì che i giovani francesi più intelligenti e meno masochisti si interessino sempre di più alla destra sociale di Marine Le Pen (19), e tutto ciò distrugge 3 dei 4 punti fermi della gauche 2.0: i laureati degni del titolo, le donne ed i giovani sposano le tesi del FN, e solo gli immigrati restano a sinistra.
In pratica, le politiche antibianche della sinistra spostano verso la destra repubblicana i voti dei francesi più ricchi, di quelli più attaccati alla memoria gollista e ad un certo patriottismo di maniera, tutto Résistance e niente arrosto, mentre sposta verso la destra sociale la Francia lavoratrice, la Francia giovane ed identitaria, la Francia femminile ma non femminista, la Francia che vuole continuare a vivere francese e che non vuole subire crimini di ogni genere, dalle tournantes (20) alle stragi sanguinarie, in nome dell’antirazzismo, del comunismo del XXI secolo (21).
Di contro alla reazione della Francia contro le politiche antibianche della sinistra radical chic, la gauche caviar non sa rispondere se non con un sempre maggiore razzismo antibianco, che non potrà fare altro che diventare sempre più il marchio distintivo della sinistra (anti)francese.
Fin dove potranno arrivare questa sinistra ed il suo pavido emulo di destra moderata? Faranno avverare la “profezia” di sottomissione di Michel Houellebecq (22), pur di non perdere i propri posti nell’Assemblée nationale?
Luca Di Dionisio
(1) Il doppio turno, così come programmato, favorisce le ammucchiate, e già il primo ministro Valls aveva ordinato ai suoi di votare contro il FN: http://www.imolaoggi.it/2015/12/07/francia-premier-valls-al-2-turno-non-votate-per-il-front-national/ Basti considerare anche il meccanismo di voto alle elezioni nazionali del 2012, che ha fatto sì che il FN, un partito che aveva il 17,9% dei voti dei francesi, ma che all’Assemblea nazionale ha a malapena 3 deputati su 577. Bisogna ricordare, inoltre, come la sinistra abbia deliberatamente scelto di sparire nel ballottaggio di 2 regioni (Nord-Pas de Calais-Picardia di Marine Le Pen e Provenza-Alpi-Costa azzurra di Marion Maréchal-Le Pen), pur di arrivare all’obiettivo di non far eleggere il Front National. Questo non ha impedito la conquista di 358 seggi regionali, il triplo del 2010: http://www.fdesouche.com/680629-le-nombre-de-sieges-du-fn-region-par-region-resultat-definitifs-en-direct
(4) http://www.lefigaro.fr/politique/
vedi anche http://www.ilnord.it/c-4608_SCIVOLONE_RAZZIALE_DEI_SOCIALISTI_FRANCESI
(5) In un vergognoso tentativo di rigirare le carte, Bartolone ha fatto sapere di essere stato chiamato “mafioso” per via delle sue origini italiane. In verità il “caso” è del 2013, non era in riferimento alle sue origini, ma ai modi tutt’altro che cristallini in cui comandava nel “feudo” socialista e “di colore” di Seine-Saint-Denis, e lui stesso si era fregiato con onore del titolo mafioso: http://www.metronews.fr/elections/elections-regionales-2015 Ne aveva approfittato, inoltre, per mostrarsi una volta di più come il rappresentante degli immigrati. Già a luglio si chiedevano le dimissioni per le sue palesi incapacità gestionali https://www.contribuables.org/demission-claude-bartolone-assemblee-nationale, ma solo dopo la sconfitta alle regionali si è finalmente dimesso http://tempsreel.nouvelobs.com/en-direct/a-chaud/
(6) La ricerca è liberamente consultabile su https://books.google.it/books?id=mqz-cEba3P4C&pg=PA151&lpg=PA151&dq=dominique+lorrain+haute-noues
ed ancor meglio http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/assistiti-nichilisti-estremisti-viaggio-nel-pianeta-banlieue-34435/ ; http://contre-regard.com/christophe-guilluy-la-france-peripherique-est-devenue-une-contre-societe/ ;
http://www.vacarme.org/article1303.html
(7) Esistono anche alcune traduzioni del libro in italiano, Il singhiozzo dell’uomo bianco.
(8) Ossia “giovani”, ma questo è il termine preferito dai giornalisti, quando bisogna parlare, o meglio non parlare, dei crimini degli immigrati e dei francesi d’origine africana e vicino-orientale.
(9) http://www.lemonde.fr/a-la-une/article/2005/03/15/manifestations-de-lyceens-le-spectre-des-violences-anti-blancs_401648_3208.html Pur essendo del 2005, il suo contenuto è sempre attuale.
(10) Già nel 1997 il Cevipof, uno dei principali periodici di politica francese, seppur non privo di pregiudizi classisti, aveva riconosciuto l’attrattiva su giovani ed operai da parte del Front National: http://www.unacitta.it/newsite/intervista_stampa.asp?rifpag=homecosasuccede&id=205&anno=1997
(11) http://tnova.fr/rapports/gauche-quelle-majorite-electorale-pour-2012 e, da un punto di vista critico, http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/sinistra-francese-35877/
(12) Una selezione tratta da vari siti come http://larbincretin.com/melenchon-raciste-bientot-condamne/ ; http://www.optimum-blog.net/post/2006/05/04/172-jean-luc-melenchon-est-un-raciste-honteux ; confronta anche i riferimenti consultabili su http://www.contre-info.com/26302 e http://www.agoravox.tv/actualites/politique/article/derapage-melenchon-pire-que-le-pen-38459
(13) http://www.fdesouche.com/678995-maitrisons-sexuellement-les-petites-frontistes-decerebrees-engrossons-les-lobs-supprime-une-tribune# nonché gli sviluppi più recenti sul sito agoravox: http://www.agoravox.fr/actualites/politique/article/engrosser-la-femelle-du-front-175280 ; una parziale traduzione italiana si può leggerla su http://voxnews.info/2015/12/13/medico-progressista-immigrati-stuprino-donne-di-destra-per-procreare-tanti-meticci/ (14) Nicolas Sarkozy, nel discorso all’École polytechnique del 17 dicembre 2008, ha detto che la sfida da vincere in Francia è quella del meticciamento, da praticarsi attraverso l’affirmative action, ossia la discriminazione dei bianchi sui luoghi di lavoro, la cosiddetta “diversité”: http://www.capcampus.com/politique-866/egalite-des-chances-discours-du-president-nicolas-sarkozy-a11568.htm
(15) Charles Demouge, candidato dell’UMP (ora Les Républicains), ha detto: “Sono i bei biondini francesi che mi danno fastidio, non le persone che vengono dall’immigrazione”. http://www.bvoltaire.fr/videos/charles-demouge-ump-ce-sont-les-bons-petits-blonds-qui-memmerdent,155548 Sarà, ma non sono i “bei biondini francesi” a mettere le bombe in giro per la Francia…
(16) Per Jean-François Copé, http://www.lefigaro.fr/politique/2012/09/26/01002-20120926ARTFIG00428-cope-denonce-l-existence-d-un-racisme-anti-blanc.php Ha scritto un libro, “Manifeste pour une droite décomplexée”, dove parla apertamente del razzismo antibianco che minaccia la Francia. L’espulsione della sua collega di partito dimostra come la destra moderata non solo non abbia capito il suo messaggio, ma soffra ancora dei complessi di inferiorità nei confronti dell’arroganza “culturale” della sinistra antibianca. La Morano aveva citato De Gaulle: il generale francese, oggigiorno, se la passerebbe molto male nel partito di Sarkozy.
(17) Per Nadine Morano: http://www.ilgiornale.it/news/mondo/francia-morano-allattacco-siamo-paese-razza-bianca-1177523.html Nadine Morano, nata Pucelle, è figlia di un’emigrata italiana ed ha sposato un emigrato italiano, eppure non ha mai ricevuto accuse di essere mafiosa, come invece le ha ricevute il disonesto Claude Bartolone…
(18) Dei 6 candidati frontisti che avrebbero potuto vincere alle elezioni, ben 3 erano donne: Marine Le Pen in Nord-Pas de Calais-Picardie, Marion Maréchal-Le Pen in Provences-Alpes-Côtes d’Azur e Sophie Montel in Bourgogne-Franche-Comté.
(20) Le tournantes sono gli stupri in branco praticati dai blacks e dai beurs; spesso e volentieri questi prendono di mira le ragazze bianche, ed i mass media preferiscono accusare di razzismo chiunque sottolinei l’etnicità, piuttosto che far sapere che il pericolo per i giovani francesi non si limita ai feroci attentati. Un esempio è lo stupro commesso lo scorso anno ad Évry: http://24heuresactu.com/2014/04/14/viol-devry-la-barbarie-antifrancaise-passee-sous-silence/
(21) La citazione è di Alain Finkielkraut: “L’antiracisme est le communisme du XXIe siècle”.
(22) Nel romanzo, il partito islamista vince perché sia la sinistra socialista, sia la destra repubblicana si uniscono al partito musulmano, pur di sconfiggere il Front National. Luca Hazzard