L’Italia non avrebbe nessuna intenzione di mettersi di traverso e impedire il prolungamento delle misure. “Ho letto che il governo italiano avrebbe proposto rinvii ma questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra”, assicura il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, come riporta EUNEWS
. “Le sanzioni attualmente sono previste fino al 31 gennaio”, ricorda il titolare della Farnesina, secondo cui non si è mai parlato di allungare i tempi per la decisione ma soltanto di quale fosse la sede più adatta per prenderla: “Per noi è giusto parlarne in sede di Consiglio europeo”, conclude.
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Gentiloni esclude anche che il nostro Paese stia portando avanti una battaglia solitaria per tentare il riavvicinamento con Mosca: “Non ci siamo mai sentiti più in compagnia su questo tema, ci sentivamo più soli un anno fa”, assicura. All’epoca “il tema di non collegare al tema sanzioni l’innalzamento di un muro nei confronti della Russia, di procedere sul dialogo, di collaborare era in effetti una linea su cui l’Italia era abbastanza isolata – prosegue il ministro degli Esteri – ma da alcuni mesi questa è la linea mainstream di tutti”.
Eppure diversi Paesi, soprattutto quelli del blocco dell’Est che più temono l’influenza russa, sembrano ancora tutt’altro che pronti a riconsiderare la possibilità di un avvicinamento e anzi non sembrano prendere benissimo le titubanze italiane: “Sono sorpreso che l’Italia stia sollevando la questione delle sanzioni e stia cercando di sbarazzarsene in un modo infelice”, commenta il ministro degli esteri polacco, Witold Waszczykowsk. “Non credo ci siano ragioni di ritardare”, concorda anche il lituano, Linas Linkevicius: “Se ci sono Paesi che vogliono un controllo in più facciamolo, ma credo che procederemo con l’accordo già deciso, perché chiaramente l’accordo di Minsk non è applicato”.