La Turchia trama per creare il Sunnistan in Iraq e Siria?

Un politico iracheno ha detto che la Turchia, dispiegando truppe a Mosul, sta tramando per creare una regione  dominata dai sunniti in Iraq e Siria.  sputnik.com

sunnistan

Sabato, Saad al-Matlabi, esperto iraqeno di diritto,  ha detto all’agenzia Fars News: “In una trama globale ordita attraverso il coordinamento con la coalizione internazionale, la Turchia sta cercando di occupare una parte dei territori iracheni e siriani per creare una regione sunnita”

Più precisamente ha dichiarato che “Con l’implementazione delle forze nel nord dell’Iraq, la Turchia sta preparando il terreno per attuare il suo piano per creare una zona sunnita in questa regione”.  Egli ha detto anche che i funzionari degli Stati Uniti hanno anche parlato della faccenda durante un recente incontro presso l’ambasciata Usa a Baghdad.

La Turchia ha inviato truppe e carri armati presso una base nel nord dell’Iraq la scorsa settimana scatenando uno scontro diplomatico furioso con Baghdad. Ankara nega dicendo di aver schierato le truppe vicino Mosul per proteggere gli istruttori militari che lavorano con i soldati iracheni nella base, ma Baghdad chiede il loro ritiro immediato e ha portato la questione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Ma la Turchia, da sola, puo’ aver concepito e pensare di portare avanti questo progetto? La risposta è sicuramente no. Probabilmente Erdogan (e non solo Erdogan) sta solo facendo il lavoro sporco per qualcun altro che vuole il controllo su tutto il petrolio di quel territorio. Goldman Sachs ci ha dato un’indicazione: il prezzo del petrolio potrebbe scendere a 20 dollari al barile, E Gartman ha fornito ulteriori spiegazioni: “la fase ribassista terminerà dopo le liquidazioni a catena”  mentre l’Opec, ormai da un anno, mantiene invariati i livelli di produzione nonostante un mercato saturo. Lo scenario è decisamente cupo.

Segnatevelo: il ribasso del prezzo del petrolio finirà dopo l’annuncio di cinque o sei fallimenti societari. Finirà quando ci saranno operazioni di fusione e acquisizione che interverranno“, ha dichiarato all’emittente CNBC Gartman, grande esperto dei mercati finanziari con specializzazione nelle materie prime. A chi conviene tale ribasso? Chi sta speculando? Quasi certamente le compagnie saudite. Molti produttori non-Opec, come quelli dello scisto statunitense, hanno infatti costi di estrazione molto più alti e dovranno inevitabilmente tagliare le attività o sospenderle del tutto.

Ma in tutto questo gli USA stanno a guardare? No. Lo vedremo presto.

In Iraq intanto la Tv locale Alsumaria ha mostrato migliaia di manifestanti, per lo più membri delle forze paramilitari sciite irachene, che si sono riuniti nel centro di Baghdad Sabato chiedendo il ritiro delle truppe turche dal paese ed hanno bruciato le bandiere della Turchia.