Non ha le competenze perché la decisione, ovvio, è politica. Ma ha chiarito la sua posizione: “I campi rom devono essere chiusi”. Il prefetto Gabrielli torna sul tema dei ‘villaggi attrezzati’, sollecitato in primis dalle segnalazioni dei cittadini. Lo fa durante un incontro con i cittadini dell’XI municipio, partendo dall’aspetto, l’unico, sul quale si potrebbe intervenire perché attinente alla sicurezza di tutti, abitanti dei campi e non: i roghi tossici.
VIA CANDONI – Nell’area della Magliana i fumi alla diossina appestano il quartiere a cadenza settimanale. Arrivano tutti dal campo di via Candoni. Discariche di rifiuti che prendono fuoco per spegnersi solo con l’intervento dei vigili del fuoco. E colonne nere tossiche che si levano dalle guaine per liberare il rame. Il tutto intervallato dai blitz delle forze dell’ordine per allontanare chi occupano i container senza titolo. E’ così da anni, tra abusivi e terre dei fuochi. Tanto che Gabrielli non può non appoggiare il minisindaco Veloccia: “La situzione è diventata intollerabile”.
IL TEMA ROM – Non concordare con la denuncia, unanime, dei presenti è impossibile. Ma alle parole da mesi ci si ferma. E da quando i tecnici fanno le veci dei politici, il tema rom (oltremodo politico) non è più in agenda, nè oggetto di confronto. Non si parla più di chiusura dei campi, tanto chi è al governo non ha i poteri per decidere niente in merito.
“NON HO POTERI” – “Non appartiene alle mia possibilità quella di smantellarlo (Candoni e altri campi, ndr). Per quanto sia convinto che i campi debbano esser chiusi” dichiara Gabrielli. Non solo per sicurezza e salute di chi sta fuori, ma anche, “perchè bisogna trovare soluzioni più umane e accettabili per questa gente”. Come chiede l’Europa da anni, minacciando una procedura d’infrazione per il Paese, unico a tenere aperti campi-ghetto. Roma in testa.
“UNA DOPPIA SCONFITTA” – Tant’è, ma finché la politica non riprende in mano il timone, la questione rimane al palo. “Io sono chiamato a dare altre risposte” prosegue Gabrielli. Già, tipo sui roghi, dove però il numero uno di palazzo Valentini ammette la sconfitta. “Sono sette mesi che stresso tutti su questi roghi tossici perchè per me sono una doppia sconfitta, perchè i cittadini percepiscono che c’è gente che può fare quello che vuole impunemente e perchè questi comportamenti incidono sulla salute delle persone. In queste situazioni mi sento profondamente sconfitto. Quando non riesco a risolvere il problema è un venire meno ai bisogni dei cittadini”.
SOLUZIONI TAMPONE – Intanto, l’unica soluzione tampone, sono i controlli. “Se dovremo mettere un presidio fisso del reparto mobile lo faremo, va riaffermato un principio di legalità” insiste il prefetto, magari tentando di fermare a monte la filiera illegale di rame e metalli vari. Il come non è chiaro. Ma si parte dalla sorveglianza, limitando al massimo l’autogestione senza regole dei “ghetti”.
STOP A FURGONI E CAMION – “Oggi come oggi la prima cosa che dobbiamo fare è ripristinare un controllo. Il tema di Candoni non è l’unico, ho anche quelli del campo de La Barbuta, di via Salviati e Castel Romano. La prima domanda che feci fu “ma avete aspettato me?”, mi hanno risposto che fino a due anni fa con l’emergenza rom c’erano c’erano fondi, presidi, controlli e attività di mediazione sociale. Dobbiamo ripristinare tutto e abbiamo deciso con il subcommissario di ripristinare immediatamente il controllo ed evitare che ci sia il flusso di materiale che poi deve essere trattato”.
Ginevra Nozzoli www.romatoday.it