MILANO – Due anni fa, suo padre morì mentre cercava di rubare dentro un cassonetto a San Donato Milanese. L’uomo, un cittadino di origini romene, era insieme ad almeno un complice che, quando il cassonetto lo aveva schiacciato, uccidendolo, era fuggito senza prestare aiuto né allertare i soccorsi. Ora, il figlio del ladro ha chiesto un risarcimento danni al comune e all’azienda lecchese che produce quel cassonetto.
Roberto Ardenghi, titolare della ditta, ha infatti ricevuto una lettera dal legale della famiglia romena, che chiede soldi per non intraprendere le vie giudiziarie. Secondo i familiari del ladro morto, racconta Il Giorno, la responsabilità del decesso sarebbe almeno in parte attribuibile ai cassonetti, che – come mostrato dalle indagini dei carabinieri subito dopo il tragico incidente – avevano tutti i certificati Ce e i coperchi a chiusura idraulica assolutamente regolari e funzionanti.
Ad uccidere il ladro, con ogni probabilità, era stato proprio il coperchio di uno dei cassoni, che – dopo essere stato manomesso – si era staccato e lo aveva schiacciato. L’azienda lecchese non era mai stata tirata in ballo dagli inquirenti, che evidentemente non avevano ravvisato irregolarità, ma è ora pronta a una battaglia legale con la famiglia della vittima, che aveva già chiesto i danni anche al comune di San Donato Milanese, responsabile della piattaforma ecologica.
“La cosa incredibile – dice l’imprenditore a Il Giorno – è che l’assicurazione sarebbe disposta a riconoscere un risarcimento per non aprire una vertenza giudiziaria. Io dico no a questa scelta, anche se economicamente non graverebbe sulla mia azienda. Possiamo essere tutti dispiaciuti per la morte di questa persona, ma non è tollerabile che si dia spazio per lucrare su un evento di questo tipo cercando di attribuire le colpe e le responsabilità in maniera impropria”. (da MilanoToday)
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