Fornero: “I giovani pensino a lavorare, non a quanto prenderanno di pensione”

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L’ex ministro del Lavoro Elsa Maria Fornero prende posizione sulle dichiarazioni di Tito Boeri, numero 1 dell’Inps, in merito alle future pensioni dei giovani: “Mi sembra – ha detto Fornero intervenendo questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) – che ci sia molto rischio nella piega che ha preso questa discussione. Rischio e anche un po’ di terrorismo psicologico e davvero non ce n’è bisogno. La vera discussione è sul lavoro. Non basta una legge per dare alle persone delle pensioni generose. Bisogna fare in modo che i giovani entrino presto nel mondo del lavoro con forme contrattuali il più dignitose possibile. Dobbiamo aiutare le persone a trovare lavoro e poi dire a chi non ce l’ha fatta che avrà comunque una pensione adeguata a carico della fiscalità generale”.

ALLARMISMO INGIUSTIFICATO – “Sul tema pensioni – sottolinea Fornero – c’è allarmismo ingiustificato. L’allarme deve essere sul lavoro non sulle pensioni che i lavoratori prenderanno tra quarant’anni. Fatico a immaginare un trentenne che pensa già alla pensione. La pensione non può essere la prima preoccupazione. La mia risposta a questo terrorismo psicologico è quella di ricordare che le pensioni non ci saranno soltanto se non ci sarà stato il lavoro”.

ORE LAVORATIVE – In merito alle dichiarazioni del ministro Poletti, Elsa Fornero ha parlato dell’idea di superare l’ora lavorativa come strumento di contrattazione: “Da una parte l’affermazione è ovvia. Abbiamo tutti esempi di attività e di lavori dove non è l’ora di lavoro che conta. D’altra parte abbiamo anche la percezione che nel pubblico impiego le ore contino indipendentemente dal risultato che si lavora. Bisogna andare oltre ai luoghi comuni, accorgersi che il mercato del lavoro è cambiato e che l’ora non può essere più l’unico parametro di riferimento, anche se l’elemento orario in un contratto resta comunque un fattore determinante. E’ una questione di apertura mentale e di onestà intellettuale”.

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