L’Unione Europea è in pericolo: rischia di essere schiacciata dal peso crescente dei nazionalismi e dei populismi e tra dieci anni potrebbe non esistere più. E’ fortemente in crisi il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz (che vede traballare la sua poltrona), nel corso di una intervista rilasciata al giornale della tessera n1 del PD:
“Sono all’opera forze che vogliono dividerci. Dobbiamo impedirlo, poiché le conseguenze sarebbero drammatiche. L’Unione Europea è in pericolo: non sappiamo se tra dieci anni l’Ue di oggi esisterà ancora. Se lo vogliamo evitare, dovremo lottare duramente”.
E ancora:
“Molti governi prima concordano sulla cessione di sovranità all’Unione, per poi lamentare inaccettabili interferenze nella sovranità nazionale e bloccare un’azione comune. Sono gli stessi che rimproverano l’Ue perché non sa risolvere i problemi di fronte ai quali ci troviamo”.
Infine il solito delirio pro-immigrazione
“Una discussione sui limiti massimi ai profughi non ci porta lontano. Cosa succede, se si fissa il limite a un milione di persone e poi arriva il bambino che è il numero un milione e uno?” (Che domanda stupida e indegna)
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L’assalto migratorio, strumento dell’aggressione agli Stati Nazionali
“Tutti gli Stati membri dell’UE devono fare di più. Qui purtroppo si riproducono sempre gli stessi schemi: si organizzano incontri, si adottano risoluzioni, si promettono soldi e alla fine nessuno rispetta questi impegni o versa del denaro. È uno spettacolo indegno, che deve finire quanto prima. Nel 2016 i contributi degli Stati membri per l’UE scenderanno a 9,4 miliardi di euro. Significa che i soldi ci sono. E cosa fanno gli Stati membri? Invece di darne una parte per l’assistenza ai profughi nei Paesi vicini della Siria li includono nei bilanci nazionali. Così non può durare”.